A proposito di elettrosmog


Valeria Fieramonte


Non bastasse la CO2, ovvero l’effetto serra prodotto dall’anidride carbonica, ormai oltre le 417 parti per milione nell’aria e in sempre più rapido aumento, non bastassero i radionuclidi prodotti nel corso di ormai oltre 70 anni dalle esplosioni nucleari, e in giro senza ostacoli per il pianeta, non bastasse l’inquinamento chimico, in accumulo permanente per tutti i composti non in grado di auto (o bio)degradarsi, non bastassero i pericoli dell’intelligenza artificiale ormai fuori controllo, un altro pericolo sembra aggirarsi per il mondo: quello dell’elettrosmog.

In una società sempre più cablata, con un numero sempre maggiore di Stazioni Radio Base, e che incentiva un uso sempre più sfrenato di cellulari, PC, Tavolette, aggeggi elettronici eccetera, siamo o non siamo anche soggetti al rischio correlato alla presenza di campi magnetici artificiali?

E l’ultimo arrivato, il 5G, va oppure no ad aggiungersi a un sistema, anch’esso ormai fuori controllo, che produce patologie ambientali, come danni al DNA, morte cellulare, infertilità, tumori?

Molti sostengono di sì, e i numerosi studi fatti finora, se indipendenti dagli interessi delle consuete multinazionali dell’elettronica, parrebbero confermarlo.

La terra stessa è un magnete e il nostro corpo pieno di liquidi e di acqua, può fare da antenna.

Uno studio pubblicato su Lancet afferma che ‘il fondo elettromagnetico terrestre’ dal 1940 al 2019, cioè in soli 70 anni, è aumentato, in termini di densità di potenza, (watt per metroquadro), di un miliardo di miliardi di volte! E questo soprattutto a causa dei nuovi campi elettromagnetici generati dalla telefonia mobile, che vanno a sommarsi e potenziare quelli naturali. E per ridurre l’esposizione alle radiazioni da radiofrequenze, suggeriscono di impedire ai bambini di usare dispositivi wireless e di preferire le connessioni cablate.

Non ho, come credo moltissimi altri, gli strumenti per capire se è vero o no: mi pare un dato francamente molto elevato: ma quello che è certo è che adesso le tempeste e i temporali coi fulmini sembrano talora così violente da ‘spaccare’ il cielo.

Le onde elettromagnetiche si propagano alla velocità della luce: visto che ci attraversano, per fortuna non ce ne accorgiamo. Non sono le sole: siamo attraversati anche da miliardi di neutrini, che a quanto pare non ci fanno un baffo.

Le onde sono classificate in base alla frequenza, ovvero al numero di oscillazioni al secondo e si misurano in Herz: ( un Hertz è una oscillazione al secondo, poi ci sono i multipli, mille, un milione e un miliardo di hertz.) La banda radio nello spettro elettromagnetico ( eh sì, sembra di aver a che fare con degli spettri..) convenzionalmente va da zero hertz a 300 gigahertz. Sono poi stati divisi in campi a bassissima, bassa e alta frequenza.

Gli esperti hanno fissato dei valori massimi di esposizione, quasi sempre superati dai produttori: vuol dire che il problema c’è. Anche la fauna e persino la flora sembrano essere sensibili ai campi magnetici. Ci sono persino frequenze che interferiscono con l’attività elettrica cerebrale, che sarebbe collocata con la banda alfa compresa tra 9 e 14 Hertz, in pratica quella che ha un segnale wi-fi in stand by...E’ stato anche osservato che gli spermatozoi esposti al Wi-Fi presentano maggiori difetti a livello della testa e maggiori danni al DNA. E ovviamente un maggior uso di questi dispositivi aumenta anche l’inquinamento correlato. La tutela della salute può anche essere sacrificata a opzioni militari, oltre che economiche, dato che il 5G pare sia anche correlato allo sviluppo di armi ‘ipersoniche’. Insomma, c’è di che essere preoccupate anche per questo-

Chi volesse saperne di più può leggere ‘Smart smog’ di Fabia del Giudice, Edizioni scienza e ambiente.

 


 

 

home