Lynn Margulis. L’intensa vita di ‘nostra signora dei batteri’

Valeria Fieramonte



Lynn Margulis è stata probabilmente, la più grande biologa del ‘900.

Ricordo che quando la conobbi, a Pavia, nel 2006, al ‘Festival dei saperi’, mi colpì in primo luogo la sua vitalità, un insieme di intelligenza, fantasia, energia e autentica gioia nel raccontare le sue scoperte, che la rendevano una sorta di ‘magnete’ intellettuale.

Avevo letto ‘ La danza misteriosa’ ( Mondadori, 1992), dove tra l’altro scriveva che nel 1584 delle donne condannate per stregoneria furono mandate al rogo con l’accusa di avere ‘sognato di commettere adulterio con gli spiriti’. Scherzosamente, per attaccare bottone, le dissi: « Se una specie come la nostra, capace di inventare perversità tali da impedire alle donne persino la fisiologia del sogno ( gli stanzini di tortura del carcere di Salem, per esempio, non permettevano neppure di poter stare sdraiate), se una specie come la nostra, dicevo, è riuscita lo stesso a prolificare così tanto, senza dubbio l’universo deve brulicare delle forme di vita più svariate..», e non la prese tanto bene, mi rispose:« Non mi interessa parlare degli esseri umani, dopotutto sono una varietà di mammifero così prevedibile..».

Perchè Lynn aveva come amanti principali i batteri ( attenzione, non i virus, che non le interessavano affatto), che riteneva esseri quasi immortali, radice di ogni forma di vita sulla terra e gli unici esseri in grado di abitare davvero l’intero universo.

Lynn ammirava Darwin, ma il suo ‘ L’origine delle specie’ era stato scritto nel 1859, centocinquanta anni fa, e da allora le ricerche biologiche erano molto progredite, e avevano permesso di studiare anche gli organismi molto piccoli, che all’epoca di Darwin venivano del tutto ignorati.

Di qui la sua convinzione che « La nostra intera vita dal ventre alla tomba è di fatto solo uno stadio intermedio nel ciclo vitale di minuscole cellule fuse».

Sono stati i batteri, infatti, a determinare la vita sulla terra, a introdurre il Dna ricombinante, la fotosintesi, la simbiosi e la simbiogenesi, e non gli animali e neppure le piante, comparse sul pianeta molto tempo dopo, non più di circa 500 milioni di anni fa.

Nel corso delle sue affascinanti descrizioni sul ruolo di questi minuscoli esserini (circa un milionesimo di metro, tanto per dire) Lynn rovescia l’impostazione darwiniana e mette in discussione il concetto di ‘sopravvivenza del più adatto’.

«Il 99,99 % delle specie esistenti sulla terra – scrive – si è già estinto e dunque con questo criterio l’intera vita comparsa finora sarebbe più o meno un fallimento totale.»

Secondo lei la ‘selezione naturale’ sarebbe di fatto anch’essa artificiale e il concetto di ‘lotta per l’esistenza’ è troppo umano per essere applicabile a dei batteri. Questi ultimi non si sono evoluti per competizione, ma piuttosto per cooperazione, affiliazione, anzi addirittura per reciproca totale assimilazione.

Ora Adriana Giannini ha approfondito gli studi su questa eminente scienziata, e scritto il libro ‘Lynn Margulis, la scoperta dell’evoluzione come cooperazione’ , che ci permette di conoscere qualcosa di più sul pensiero e la invero bellissima vita di Lynn.

«A parte l’Antartide, tutti i continenti l’hanno avuta come ospite» - scrive Giannini, «prima come assistente volontaria e poi, con l’avanzare della carriera, come conferenziera e destinataria di lauree honoris causa (ne ha prese più di 20, e Clinton le conferì, nel 1999, la National Medal of Science.)

Lynn parlava fluentemente spagnolo, portoghese, francese e italiano, cosa non frequente tra i cittadini anglosassoni. Questo le ha aperto le porte di proficue collaborazioni e non solo, specie con la Spagna, il Messico e i paesi di lingua latina. In Italia è invece si può dire ancora una conoscenza di nicchia.

Tuttavia Luciano Secchi (Università di Pavia) e Claudio Bandi ( Università degli studi di Milano), hanno approfondito con lei il ruolo degli ‘endosimbionti microbici’ e i loro studi sono ora considerati una pietra miliare di ciò che oggi viene definito col termine di ‘microbiota’. ( cioè l’insieme della popolazione microbica presente in una dato organismo).

 

Adriana Giannini è laureata in Scienze naturali, è stata per anni caporedattore alle ‘Scienze’, è giornalista scientifica, e questo le ha permesso di raccontare alcune delle scoperte di Lynn e dei suoi collaboratori mettendone in rilievo l’importanza anche per noi ‘irrilevanti mammiferi’.

Nei laboratori di Claudio Bandi e Luciano Sacchi è stato descritto e studiato il primo batterio intra mitocondriale (midichloria mitocondri), un ulteriore frammento del grande ‘puzzle’ della teoria simbiogenica sostenuta da Lynn.

Nel 2010, inoltre, la collaborazione tra Lynn e Luciano Sacchi ha fornito le attese prove circa l’origine batterica e successiva evoluzione delle cilia nei microrganismi simbionti delle termiti. La conoscenza di questo ennesimo importante tassello della biologia evolutiva è stata resa possibile anche dall’avvento della microscopia elettronica ad altissima risoluzione.

A differenza che per i mitocondri e i cloroplasti non era stato possibile trovare tracce di dna nei flagelli ( ma Lynn preferiva il più preciso termine di ‘undulipodi’, sono quelle codine che sporgono dai batteri rendendoli un po' simili a spermatozoi, nda) e dunque mancava la prova decisiva della loro origine.

A proposito dei risultati del lab di Pavia, grande fu l’entusiasmo di Lynn, che commentò: « in una sola cellula sono riassunti eventi che si sono svolti in due miliardi di anni».

E’ sempre Luciano Sacchi intervistato da Adriana a ricordare che in realtà la teoria della simbiogenesi era stata formulata per la prima volta dal russo Kozo-Polyansky nel 1924. Lynn lo venne a sapere solo in occasione dell’International Botanic Congress tenutosi a S. Pietroburgo nel 1975, dove era stata invitata per parlare delle due scoperte.

Da allora si era attivata per entrare in possesso di uno dei pochi lavori di Kozo-Poliansky ancora reperibili (si sa che in Russia le vicende della biologia sono state tragiche per tutto il periodo staliniano) e anni dopo ne curò a sue spese la traduzione in inglese.

Era tipico del suo carattere: non aveva avuto alcuna esitazione a rinunciare alla … paternità della teoria della simbiogenesi, una prova della sua profonda onestà intellettuale.

Il libro di Adriana racconta anche molti aspetti della vita privata e di relazione della scienziata, che permettono di rendere più fruibili anche le parti più rigidamente scientifiche del testo. ( Ma per dirla al di fuori di esigenze strettamente scientifiche, quello che ho pensato io leggendola è che ha una visione carica d’amore, dove tutti flirtano con tutti, le spirochete con i protozoi, le termiti con i protisti, i briozoi col legno delle querce, le amebe con altre amebe, talora brutalmente divorandosi ma senza mai eliminarsi, anzi assimilandosi in cooperazione).

Lynn era nata nel 1938 a Chicago ed è morta nel 2011 ad Amherst, nella sua bellissima casa bianca vicino al laghetto Puffer’s Pond, che tanta parte ha avuto nella sua ricerca sui minuscoli microrganismi che amava. La casa era proprio di fianco a quella della sua poetessa preferita, Emily Dickinson, e aveva anche un bellissimo orto e giardino che devono essere stati incredibilmente interessanti. E’ stata in seguito venduta dai quattro figli, tutti residenti in altri luoghi. Peccato.

Lynn aveva un bel rapporto coi figli e Dorion, il figlio maggiore, che di cognome fa Sagan, (Carl Sagan è stato il primo marito di Lynn), è stato il suo miglior collaboratore in campo editoriale e l’ha aiutata a farsi conoscere presso il grande pubblico.

Lynn era un’atea convinta e pensava che ‘quello che i teologi chiamano ‘disegno intelligente’ non è altro che il risultato dei legami terrestri della materia pensante’ per lei la vita era soprattutto ‘materia che sceglie’ e ‘il fuoco verde degli esseri che operano la fotosintesi’ ( What is life?, University of California Press, non tradotto in italiano).

Pensava anche che ‘non c’è alcuna prova che supporti la prevalente spiegazione neodarwinista che la selezione naturale agisca tramite l’accumulo di mutazione casuali’, ed è singolare che il miglior commento su di lei sia stato lasciato dal suo rivale di sempre, Richard Dawkins, (il padre del ‘gene egoista’, libro che lo rese una celebrità):« La teoria che la cellula eucariotica (cioè dotata di nucleo, nda) sia l’unione simbiotica di cellule procariote primitive (cioè ancora prive di nucleo ma solo dotate di un po' di dna disorganizzato), è uno dei più grandi risultati della biologia evolutiva del XX secolo, e io l’ ammiro grandemente per questo.»

Nel 1994 Lynn era stata male, aveva avuto una emorragia interna, e in quell’occasione aveva chiesto alla figlia Jennifer di rinunciare a qualsiasi accanimento terapeutico qualora si fosse trovata nella situazione di un catastrofico e irreversibile danno cerebrale. La figlia racconta sul suo sito gli ultimi drammatici giorni della madre, di cui ha seguito rigorosamente la volontà, nel 2011 quando morì.

Jennifer scrive che le sue ceneri, raccolte in un’urna di sale rosa dell’Himalaya, sono state gettate, come aveva chiesto, nel Puffer’s Pond, il laghetto in cui lei amava nuotare e approfondire gli studi sui suoi amati batteri.


Adriana Giannini,
Lynn Margulis. La scoperta dell'evoluzione come cooperazione
L'Asino d'oro, Roma, 2021



12-01-2021


 

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