Fragilità e bellezza: auscultando, dal satellite, il polso del pianeta

Valeria Fieramonte



Pianura padana (© Copernicus Sentinel data, ESA)

Esplorare i luoghi più straordinari e remoti della terra, con l'aiuto di un 'touch table', permette di capire molto sullo stato del pianeta, e anche sulla sua incredibile bellezza.

La mostra “Fragility and Beauty” aperta il 16 maggio 2019 al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano è promossa dall' ESA (Agenzia Spaziale Europea) con la collaborazione dell'Agenzia Spaziale Italiana, ed è curata da Viviana Panaccia, nell'intento di far capire i cambiamenti climatici e le loro conseguenze.

Il satellite 'Sentinel' ha inviato a terra un enorme ammontare di dati, che, selezionati dal sistema 'Copernicus', offrono un quadro quanto mai esauriente sulla situazione della madre terra.

L'incredibile aumento della popolazione mondiale, segnalato da un grafico in movimento di notevole impatto visivo, fino a indicare i 9 miliardi che saremo nel 2050, rende inevitabile la deforestazione sempre più spinta e le sue conseguenze.

La mostra si articola in tre sezioni principali: Città. Ecosistemi terrestri – ovvero foreste, atmosfera, ghiaccio, acqua e deserti – e satelliti.

Città: nel 1950 solo il 30 per cento della popolazione mondiale viveva nelle città. Nel 2018 la percentuale è salita al 55%, e salirà ancora.

La megalopoli più popolosa è Tokyo, che ha ben 37 milioni di abitanti, seguita da Pechino, Mumbai e il Cairo, che si attestano sui 20 milioni di abitanti, e poi da New York, con 18 milioni, Buenos Aires, 14 milioni, Manila, 13 milioni, Mosca, 12 milioni, Parigi, 10 milioni e molte altre a seguire. Milano ha poco più di tre milioni di abitanti e sembrerebbe poco, ma vista dall'alto la Lombardia risulta una unica grande megalopoli con altissima densità abitativa.

Foreste: ogni anno si perdono 52milakm quadrati di verde, circa 13 milioni di ettari, e tutta la biodiversità ivi contenuta, a causa dell'aumento dei territori agricoli, ma anche industriali e abitativi, necessari al sostentamento di una popolazione sempre più numerosa, e a volte anche al semplice soddisfacimento del desiderio di denaro.

Atmosfera: il 99% dell'atmosfera è fatto di azoto (in prevalenza) e ossigeno (circa 21%, ma in diminuzione), e infine di molti gas traccia, come il metano e la CO2, fortemente climalteranti e in continuo aumento (tanto che chiamarli gas traccia comincia ad essere un po' riduttivo).

Le emissioni di CO2 sono dovute alle auto e mezzi di trasporto, al riscaldamento e raffrescamento delle abitazioni, all'attività industriale, ma ci sono emissioni di zolfo dai vulcani (e anche dalle navi, forse se lo sono dimenticati...) e di metano in gran parte prodotto dagli allevamenti di bestiame e dallo scioglimento del permafrost.

Nelle città si vive ormai in un'atmosfera da allarme rosso per molti periodi dell'anno, specie laddove la velocità dei venti è scarsa, come appunto in pianura padana.

Ghiaccio e acqua: il 70% della superficie terrestre è fatta d'acqua, ma solo il 3% è acqua dolce. Di quest'ultima si fa il seguente uso: il 70% per l'agricoltura, il 20 per cento per l'industria e il 10% per uso domestico. Ogni cittadino europeo consuma in media 100 litri di acqua al giorno, ed è interessante sapere che gli astronauti in missione hanno a disposizione solo 5 litri di acqua...veri eroi anche in questo caso!

A causa dello scioglimento dei ghiacci il livello dei mari aumenta ogni anno, per ora, di 3,2 millimetri: può sembrare poco, ma se lo si rapporta all'estensione in km ecco spiegato perché ormai le mareggiate distruggono anche i moli... perchè poi se si va all'approfondimento tramite touch table, cioè appoggiando la mano su un grande tavolo elettronico alla ricerca di dati, si scopre che dal 1992 al 2007 il livello del mare è salito di 8 millimetri, e se si fa il calcolo dal 1961 i millimetri sono 27!

Meglio non pensare alle previsioni che dicono: qualora non si faccia nulla per invertire l'uso dei combustibili fossili e la crescita della popolazione mondiale, il mare rischia di salire di 5 metri e a fine secolo di 57 metri! (Ma questi sono dati non presentati dal Museo, che ha forse giustamente preferito mettere le cose in positivo…). Come è noto lo scioglimento dei ghiacci ha già aperto, dal 2007, il mitico passaggio a Nord Ovest, ma se ci pensiamo bene persino la vicenda del Titanic è stata dovuta a un iceberg non previsto dal pure abilissimo lupo di mare che era al comando dell'allora ultramoderno transatlantico.

Uno spazio della mostra è dedicato anche alle plastiche e alla loro ormai devastante diffusione planetaria: si fa un gran parlare di sviluppo sostenibile, le Nazioni Unite hanno addirittura fissato degli obiettivi da raggiungere per il 2030, ma sanno benissimo che si tratta più che altro di legittime speranze.

In attesa che si passi dalle parole ai fatti – cosa che per ora non avviene, anzi molti comportamenti sembrano orientati in direzione opposta e contraria – la mostra è comunque utile a farsi un'idea della situazione, e affascinante per le bellissime immagini che rendono direttamente fruibili anche gli allarmanti dati riportati con grande efficacia ed evidenza dai pannelli, dagli schermi e da fotografie che sembrano a volte dettate dalla mente di un grande pittore.

 

 

19-05-2019

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