di Valeria Fieramonte
Gli stati europei hanno un sistema di sorveglianza e raccolta dati sulla maternità e la mortalità materna e perinatale ? I dati più interessanti e completi, ma di oltre un decennio fa, sono riportati in un libro Nascere nel 2000, a cura di Tullia Todros e Francesca Vanara edito da Il Mulino. Si sa che c’è stato uno spostamento delle nascite verso età più avanzate delle madri (28 anni nel 1965, 30 anni nel 1996), e che la tendenza a medicalizzare un evento come il parto, di per sé naturale, è stata sempre in aumento anche per via di tecnologie nuove che prima non esistevano come l’ecografia. Nel corso della gravidanza le donne fanno in media nove visite di controllo e un numero medio di circa 5 ecografie a testa. Il 75 % delle intervistate in studi fatti dal Ministero, dichiara inoltre di aver fatto uso di farmaci in gravidanza: le classifiche danno in ordine decrescente i farmaci ematologici, i nutrizionali , i tocolitici e i farmaci contro la minaccia di aborto - questi ultimi nonostante che l’evidenza scientifica ne abbia ampiamente dimostrato l’inefficacia . Gravidanza, parto e puerperio sono eventi che - racchiusi sempre di più dalle categorie e dalle parole del sa pere medico - rendono difficile per le donne ritrovare attorno a d essi parole proprie che esprimano un sapere autonomo. L’ evento che più di tutti sembra aver inciso sulla sensibilità delle donne è la diffusione dell’ ecografia, attuata con strumenti sempre più sofisticati , ora anche in grado di fornire immagini tridimensionali del corpo femminile un “luogo pubblico”, agendo profondamente sull’ immaginario delle coppie . Come spesso accade quando si parla di progressi tecnologici , i risultati ‘spettacolari’ della medicina fanno sì che neonati piccolissimi che fino a non molti anni fa sarebbero stati considerati non vitali , oggi possono sopravvivere grazie alla terapia intensiva , ma alcuni riportano danni permanenti di natura fisica e mentale. Anche le richieste di anestesia epidurale sono in aumento : forse questo riflette una subalternità agli ambienti ospedalieri che , come è logico , hanno del dolore una visione sempre negativa perché collegato alla malattia . Per quanto riguarda l’Italia comunque molto di positivo è avvenuto. La mortalità dei bambini è passata da 126 su centomila nati vivi nel 1961 a 11 su centomila nati vivi nel 1984, mentre la mortalità perinatale è passata da 34 su mille nel 1967 a 10 su mille nel 1991.
Nascere nel 2000,
25-07-2010 |