IL NEUTRINO ANOMALO

Valeria Fieramonte

 


Vi ricordate che nel 2011 comparve all'improvviso sui giornali la sensazionale notizia che c'era qualcosa di più veloce della luce?

Se ne parlò per un bel po', poi la notizia svanì quasi senza lasciare traccia. E senza che alcuno si prendesse la briga di chiarire davvero cosa era successo, un fenomeno che comunque non riguarda solo le notizie scientifiche.

Ma l'aspettativa che si era creata era fortissima. E corredata di brutte figure di ministri dell'istruzione, anzi una ministra per la verità, che credevano fosse stato scavato un tunnel da Ginevra al Gran Sasso…, tunnel della cui costruzione si rivendicava il merito, anche perché i fisici autori della sensazionale scoperta erano quasi tutti italiani...

Ora un romanzo ricostruisce tutto l'accaduto, con dettagli scientifici anche accurati.

L'autore è un fisico che ha lavorato ai celeberrimi Bell Labs – da dove era nata la notizia – si chiama Gianfranco D'Anna e scrive romanzi ambientati nel mondo della scienza. Avvincenti, per di più, proprio perché le notizie riportate sono quasi tutte vere. E l'analisi dei caratteri, delle ambizioni, del lavoro e delle aspettative degli ambienti della ricerca divertenti e precise.

Tutto è partito da una donna, una giovane ricercatrice che aveva notato che c'era una differenza di circa sessanta nanosecondi tra la velocità della luce e quella dei neutrini intercettati... per spiegare l'inspiegabile sono stati messi a soqquadro una gran quantità di macchine complicatissime, ci sono voluti mesi e mesi, più di un anno di lavoro indefesso per scoprire poi che…

Secondo la teoria i neutrini vanno alla velocità della luce: punto e basta. Sono anche dotati di una massa così piccola che trapassano l'intera terra e noi stessi senza lasciare traccia, o, perlomeno, senza che ce ne accorgiamo. E mica in pochi, eh? Pensate che l'unghia del pollice di chiunque di noi è attraversata da 100 miliardi di neutrini al secondo, e fate un po' il calcolo su superfici più ampie. Sono esseri anche trasformisti, cambiano forma, ma i fisici lo chiamano 'sapore', chissà perché, dato che col cibo nulla hanno a che fare, durante il lungo tragitto, ( ma per loro brevissimo) dal Cern al Gran Sasso, dove un gran rivelatore di particelle cerca di acchiapparli: e magari se sono di tipo muonico sul più bello diventano di tipo tauonico, senza che si capisca il perché. Ogni tanto, rarissimamente, cozzano contro qualcosa e si manifestano ( a proposito, che succede se ciò avviene nel nostro corpo? Mah, sono esperimenti che non si possono fare… ma a giudicare dal fatto che siamo tutti vivi, non sembrano pericolosi…). Acchiappare questi enigmatici esserini fantasmatici anche un po' burloni è davvero un'impresa.

E' stato proprio per capire qualcosa di più dei loro cambi di 'sapore', detti anche oscillazioni, che nel ventre del Gran Sasso è stata costruita una enorme macchina, di nome OPERA, a cui lavorano, sparsi in tutto il mondo, oltre 160 fisici.

Fu così che, quando la giovane fisica rivelò che i neutrini sembravano più veloci della luce di 60 nanosecondi, nessuno ci credette. E fu anche così, forse per qualche ambizione e presunzione di troppo, che prova dopo prova, fatica dopo fatica, ore insonni di controlli su tutto, alla fine in parecchi cominciarono a crederci. Questi 60 nanosecondi in più saltavano fuori ovunque!

Ai tempi di Internet, si sa, bloccare un'informazione, fosse anche una fake news, è praticamente impossibile: in breve tempo gli incauti assertori della stramberia dei neutrini si ritrovarono letteralmente assediati dalla stampa... e dalle TV, dalle riviste scientifiche e dai siti di social, di chiacchiere e di info che a quanto pare fanno vittime ormai anche tra gli scienziati. Tutti volevano essere i primi a sapere della sensazionale notizia.

Sono stati proprio loro, del resto, quelli del CERN, a mettere in moto il World Wide Web.., ma del resto lo sapevano già nell'800: 'voce dal sen fuggita...'

Comunque dopo mesi e mesi di ricerche alla fine l'errore fu trovato: la spiegazione era così semplice e banale che gli intelligentoni del Cern non ci avevano proprio pensato.

L'intera collaborazione, i 160 scienziati del progetto per un po' di tempo hanno dissimulato la verità. O forse, sarebbe meglio dire, hanno taciuto per non mentire. Alla fine la notizia si è sgonfiata da sé: una pagina on line della rivista 'Science' ha segnato il gong finale. Iniziava così: “Una fonte anonima dice che… l'anomalia è dovuta...” Al lettore il gusto e il divertimento di capire come è andata. E anche come è finita. Tutto è stato dimenticato in fretta, e del resto Einstein ha sempre ragione.

Peccato, però! Data la distanza che hanno tra di loro le stelle della Via Lattea e le galassie, senza qualcosa di più veloce della luce come faremo mai ad arrivarci?

 

Gianfranco D'Anna, Il neutrino anomalo
Edizioni Dedalo, 2017
euro 15, pp 160

 

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