Rinnovabili: quale futuro?

Valeria Fieramonte



Minacciati da un'ignoranza di massa che dalla natura pretende tutto senza dare nulla, e dal rutilante aumento dei costi e utilizzi delle energie fossili, a che punto sono i sempre dichiarati progetti mondiali decisi dalla COP 21 a Parigi nel 2015?

Come sempre gli ingegneri del gruppo Energy Strategy ( Politecnico di Milano) fanno il punto della situazione con un dettagliato e preciso volume sul tema ( Renewable energy report 2018), e una conferenza ( PoliBovisa) quest'anno particolarmente affollata.

Purtroppo solo come battuta il relatore del report, Vittorio Chiesa, ha detto :” Abbiamo in collegamento Di Maio e Salvini...”, ma l'attenzione della politica sembra concentrata altrove.

Nel 2017 in tutto il mondo sono stati investiti, sulle FER, 290 miliardi di euro. Non è stato sfondato il record del 2015 ( 300 miliardi), ma siccome si sono abbassati nel frattempo i costi, l'installato è superiore. Può essere interessante fare il raffronto con la spesa per la ricerca spaziale: anche qui si tratta di 300 miliardi, ed è da questa ricerca, del resto, che provengono anche molte idee per le FER.

Fanalino di coda dello sviluppo rinnovabile è purtroppo l'Europa, partita invece agli inizi, qualche decennio fa, come vera avanguardia e con ben altre intenzioni: nulla più che questo ritardo potrebbe meglio dimostrare che siamo ormai una colonia asiatica con contributo russo e americano.

Ecco i dati europei: gli investimenti in FER non superano il 17-18% ( mentre l'Asia, grazie alla Cina, ha sfondato il 50%, e le Americhe sono al 23%).

Il mix energetico per la produzione elettrica vede un peso delle rinnovabili che non supera il 30%. Il 68% è ancora ricoperto da fonti tradizionali, gas naturale (20%), carbone(23%), nucleare (25%).

In testa è la Germania, con 118 GW ( Gigawatt) di potenza installata e un investimento in FV (fotovoltaico) di 4 volte superiore a quello italiano nonostante la minor insolazione.

Tuttavia la Germania vede ancora nel carbone la sua fonte più rappresentativa (37%), e se si scorporano i dati l'Italia con i suoi 57,6 GW di installato ( la metà della Germania), è però in testa a tutti i paesi europei come produzione elettrica da FER: il 37%. Mentre la Germania è al 33% perché non ha geotermico e ha pochissimo idroelettrico.

Da notare che Italia, Germania e Spagna hanno una produzione da FER che supera, ad oggi, il 30%, che è la media europea. Germania, Spagna e Regno Unito (UK) si sono notevolmente focalizzati soprattutto sull'eolico, dato che il vento è la risorsa maggiormente disponibile sul territorio.

L'Italia più di ogni altro paese europeo usa il gas come fonte primaria della produzione elettrica (45%), e come è noto non ha nucleare, che però compra dalla Francia.

Fanalino di coda è la Polonia: pur essendo un paese cattolico l'enciclica 'Laudato si' di Papa Francesco non sembra aver avuto molto effetto: il 77% della sua produzione elettrica è dovuto al carbone, mentre le FER pesano solo per il 14,5%.

In forte ritardo anche gli inglesi, che scontano ormai una crisi storica epocale: la fonte più rappresentativa per la produzione elettrica è il gas (41%), un po' come avviene in Italia, ma hanno anche un 21% di nucleare.

Il peso delle rinnovabili si attesta sul 29% del totale, meno della media europea.

Anche la Francia, nonostante i propositi della COP 21, è molto indietro: la maggior parte della sua produzione elettrica è dovuta al nucleare, (72%).

Infine per quanto riguarda la SEN, cioè la nostra strategia energetica nazionale, la nuova potenza da installare per raggiungere gli obiettivi fissati al 2030 è intorno ai 36 GW (ora sono poco meno di 20). Occorre triplicare la potenza installata in FV, il che significa aumentare di 7 volte l'installato attuale, e si dovrebbe raddoppiare anche l'eolico. Il controvalore in termini di investimenti è dell'ordine di 60 miliardi (4,5 miliardi all'anno). Ci riusciremo?

Se non ci mettono lo zampino politiche favorevoli alle energie fossili e la cronica instabilità politica del paese, non dovrebbe esserci problema…


18-05-2018


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