Donne spaziali

Valeria Fieramonte


Dal 20 aprile al 20 giugno è aperta al Museo delle Scienze di Milano una mostra dal titolo”Space girls, space women”. La si può osservare, sotto forma di ampi quadri fotografici appesi alle pareti del cortile principale interno del museo, grazie all'iniziativa voluta dall' Agenzia Spaziale Italiana ( ASI) ed europea (ESA) per promuovere la ricerca femminile nel settore dedicato alla conquista dello spazio.

A tale scopo sono state reclutate alcune tra le maggiori fotografe europee, arruolate dall'agenzia SIPA PRESS, una delle principali agenzie di fotogiornalismo del mondo.

Dice Ersilia Scarpetta, capoufficio delle politiche spaziali dell'ESA: “ Solo il 30% delle donne nel mondo fanno le ricercatrici in questo campo. Gli uomini si mettono in competizione anche quando pensano di avere il 60% delle capacità di fare un certo lavoro, mentre le donne non si “buttano” se non pensano di avere il 100% delle capacità. Quando si parla di spazio si scatena tutta la forza dell'umano ed è giusto pensare di usare anche le potenzialità femminili.”

Simonetta Di Pippo, ora direttore dell'ufficio ONU per gli affari dello spazio extraatmosferico, aggiunge che la questione di rappresentanze bilanciate di genere anche in campo spaziale va acquisendo sempre più importanza. L'attenzione della ricerca internazionale è sempre più rivolta a temi anche ambientali di sviluppo sostenibile, studi sulla microgravità, sui disastri ambientali e i cambiamenti climatici.

Francesca Esposito – ricercatrice INAF, - trascinata verso l 'amore per l'astrofisica al liceo grazie alla sua insegnante di scienze,- aveva coordinato un esperimento sulla sonda Schiaparelli per studiare le tempeste di polvere su Marte. Purtroppo l'impresa come è noto è fallita, ma ritenteranno nel 2020 con la sonda Exomars. Nel frattempo è stata nel Sahara per studiare sulla terra le stesse tempeste di polvere che si dovrebbero vedere su Marte. Le similitudini sono impressionanti.

E del resto, la velocità in cui progredisce, sulla nostra terra, la desertificazione dei suoli del mondo, dovuta alla deforestazione, al pascolo, a pratiche agricole errate, all'effetto serra creato dall'inquinamento dei trasporti e del riscaldamento delle case è ormai tale – e visto dai satelliti ancora più impressionante - da rendere questo genere di studi facile da fare anche sul nostro pianeta...

Un genere di lavoro senza dubbio nuovo, anche per le donne, è poi quello di 'assicuratrice spaziale': Federica Fistarollo, per esempio, lavora per l'agenzia SATEC, specializzata nell'assicurazione dei satelliti e di tutto cio' che vola nell'aria ( droni, piccoli aerei, fenomeni atmosferici ecc) in genere, dice,” i satelliti per le telecomunicazioni sono più grandi e geostazionari e volano a 36mila km di altezza, mentre quelli per il meteo, per esempio, sono più bassi e piccoli e volano ad altezze dai 350 ai 1000 km da terra.”

Dal momento che tutto ciò che vola nell'aria, per raggio d'azione, è anche più pericoloso di ciò che sta a terra, e si configura di fatto come un'arma, (al pari dei veicoli, e anche più pericolosa)è sperabile che la sete di denaro non crei disastri volanti...e andrebbe fatta almeno una discussione democratica sull'uso dei droni per scopi civili.

Comunque le foto sono molto belle: spettacolari quelle sul deserto di Atacama, in Cile, e della cometa Churyumov-Gerasimenko, vista dalla sonda Rosetta, un blocco di ghiaccio sporco bruttino anzicheno, e pensare che quando si avvicinano al sole le code delle comete sono così belle da osservare....

Foto di Alberto Majrani
www.photomajrani.it

20-04-2017


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