Le donne sono contro la guerra?
a cura di Liliana Moro


Circola in rete e mi è giunto attraverso la posta elettronica, questo testo, che propongo perché testimonia una visione del rapporto tra donne e guerra che è molto diffusa.
Credo opportuno analizzarla perché nutro una netta diffidenza per ogni posizione che leghi in modo "naturale" le donne alla pace, attraverso la maternità che le porrebbe automaticamente dalla parte della vita.
Non è forse inutile in un percorso di costruzione della pace anche aprire un dibattito su questo tema:
 chiunque lo desideri può mandare le sue osservazioni alla
redazione che ne curerà la pubblicazione.

 

Lettera aperta alle donne
 

Le donne sono le custodi della vita.

Come donne non possiamo quindi negare la nostra responsabilità e non levare in questo momento la voce contro ogni attentato alla vita umana. Non possiamo permettere che gli uomini che noi portiamo nel grembo e che con amore e con fatica generiamo siano uccisi, né che uccidano. E’ nostro compito far crescere, come un bambino, questa umanità ancora in fasce che sta ancora maturando una piena coscienza di sé.

Le donne sono la maggioranza nel mondo.

Non è possibile che rinuncino ad avere una voce, che attendano soltanto con angoscia che governanti e capi militari, quasi tutti uomini, decidano la sorte dell’umanità intera. Non esiste guerra giusta, perché la morte non è mai giusta.

Noi crediamo nella vita, lavoriamo per la vita.

Sappiamo che la vita di un bambino arabo, cinese, africano, europeo, polinesiano, vale quanto quella di nostro figlio. Siamo sconvolte e ci sentiamo impotenti di fronte alle immagini della fame e della disperazione di gran parte del mondo. Pensiamo alla paura di altre donne che fuggono cercando di salvare i loro bambini, allo sguardo di altre donne che non hanno da dar loro nulla da mangiare, alla solitudine dei bambini di strada: quale speranza può avere un’umanità che cresce in questo clima?

Le donne sono contro ogni genere di violazione della vita umana, sia essa terrorismo, rappresaglia, guerra, persecuzione, negazione dei diritti fondamentali.

Per promuovere la pace, occorre promuovere le donne. In primo luogo le donne del mondo islamico, ingiustamente relegate ai margini della società in nome di interpretazioni contrarie al Corano stesso, che proclama il rispetto per la vita e per la donna. Saranno loro a costruire la pace, se gliene sarà data l’opportunità.

Facciamo circolare questa idea al di là di ogni frontiera, creiamo una rete che ci renda consapevoli che la nostra è un opinione di maggioranza, in cui si riconoscono le donne di ogni razza e religione. Tutte insieme, noi donne siamo le madri dell' intero genere umano; facciamoci carico della nostra responsabilità nei confronti di un’umanità bambina.

Noi non siamo nessuno, ma siamo tante; facciamo sentire la forza della nostra opinione e potremo muovere il mondo intero. Promuoviamo la volontà di pace nella rete delle nostre opportunità sociali e nel quotidiano che ci circonda. E senza eroismi e in modo anonimo, come è proprio della nostra cultura, sappiamo che se ci sarà una svolta di pace sarà anche per il nostro impegno.