Letizia Tomassone (a cura di),
Un vulcano nel vulcano – Mary Daly e gli spostamenti della teologia
,

di Beppe Pavan


Un libro denso, in cui diverse donne – teologhe e non solo – presentano il pensiero di Mary Daly, morta nel 2010, con lo scopo dichiarato di invogliare “alla lettura dei suoi testi, a volte intraducibili, in molti casi essenziali per analizzare la violenza contro le donne che soggiace al cristianesimo” (p 3).
Sono tanti i punti su cui mi piacerebbe intervenire, anche in modo critico. Mi limito ad alcune sottolineature:

  1. Luciana Percovich, a pag 31, riflette sul verbo ri-membrare di Mary Daly “che non significa semplicemente riportare alla memoria un passato dimenticato e messo al bando, ma è proprio un ‘rimettere insieme le proprie membra, i pezzi sparpagliati del proprio Sé, rimetterci insieme, ricomporre la Diaspora delle Donne, cioè l’assegnazione delle donne ad ogni uomo, che ruppe il nucleo originario dei legami matrilineari in cui donne e uomini di tutte le generazioni, bambine e bambini, adulti/e e vecchi/ie, vivevano insieme alla propria antenata comune, riconoscendo in lei la radice e la forma della civiltà. La Diaspora, che spazzò alle fondamenta le culture umane, come anche l’antropologia, la mitologia e l’archeologia ultimamente iniziano a riconoscere, spezzò la forza delle donne dividendole, assegnando una donna a ogni uomo, evento che segnò la nascita delle culture patriarcali. “Ri-membrare” contiene questi strati di significato.

  2. Elizabeth Green, da pag 38, a proposito del potere del patriarcato: “Lo abbiamo dichiarato morto. Daly stessa lo dichiara morto, ma sui confini dove io abito è ancora vivo e vegeto”. Le strategie della fallocrazia: banalizzazione (ci sono tante altre questioni molto più importanti), particolarizzazione (è solo un problema dei cattolici), spiritualizzazione (non considera fatti concreti come gli stipendi più bassi delle donne o la violenza di genere), universalizzazione (ma noi uomini? L’esclusione e la discriminazione riguardano tutti).

  3. Sempre Elizabeth Green, a pag 50: “La salvezza delle donne consiste proprio nel peccare, nel fare proprio ciò che il patriarcato considera un comportamento fuori dalla norma”.

  4. Letizia Tomassone (da pag 55): “(...) la cristologia tradizionale isola così tanto il Cristo dal resto dell’umanità da rendere possibile solo una totale sottomissione passiva alla sua redenzione. Mary Daly critica quindi il Mito dell’eroe solitario che, unico nel suo genere, salva tutta l’umanità, per riportare la figura del Cristo ad una dimensione collettiva. Operando attraverso un ribaltamento che è tipico del suo modo di procedere. Daly parla allora del Secondo Avvento delle Donne come Anticristo”.

 

LETIZIA TOMASSONE (a cura di),
Un vulcano nel vulcano –
Mary Daly e gli spostamenti della teologia
ed Effatà, Cantalupa 2012

14-11-2012

home