Zenobia. Il sogno di una regina d'Oriente

di Sara Sesti

 



 

Septimia Zenobia si dichiarava discendente di Cleopatra, ma era figlia di un commerciante della gloriosa città di Palmira, il centro carovaniero più importante dell'impero romano. Però da Cleopatra ereditò tutto e come Cleopatra offrì al proprio paese l'ultimo momento di gloria nell'età della decadenza. Un grande sogno perseguito con tanta determinazione da sembrare realtà, anche se solo per un attimo, prima del crollo fatale. Zenobia fu l'erede di tutte le grandi donne d'Oriente. L'ultima a consegnarsi alla leggenda, dopo Didone e Semiramide. L'ultima a vagheggiare un impero siriano, dopo Giulia Domna, Giulia Maesa e Giulia Mamea. Ma mentre agli albori del III secolo d.C. le tre Giulie andarono a Roma e lì tesserono le loro trame per il figlio Caracalla, il nipote Elagabalo e il figlio Alessandro Severo, Zenobia qualche decennio più tardi restò nella sua terra, non volle sostituirsi al potere imperiale ma attaccarlo, vincerlo con la forza delle armi.



Non furono Petrarca o Boccaccio o Rossini a consolidare la sua fama. Zenobia era già leggenda in antico.
Di lei si sa pochissimo, e le scarse fonti contrastano tra loro nel racconto dei fatti storici. Era già leggenda tra gli antichi. Correvano voci di un suo coinvolgimento nell'assassinio del marito Odenato, forse reo di aver troppo assecondato il volere di Roma, ma mai di lei si sospettò. Al marito si sostituì con un consenso quasi unanime, e tutto il popolo la seguì nel cambio di fronte, l'alleanza con la Persia. Perché sapeva farsi rispettare e amare, possedeva quel misto di femminilità e androginia capace di conquistare uomini e terre. Prima la Siria, poi l'Egitto e l'Asia Minore. Fino a che l'imperatore Aureliano decise di affrontarla, colpirla al cuore stesso del suo potere. Antiochia, Emesa, Palmira caddero una dopo l'altra. E la regina, prigioniera, fu portata a Roma per il trionfo, bellissima anche in catene, catene d'oro.
Così il suo fascino di amazzone colpì Roma e si fissò nelle pagine degli storici. Che concordano, a parte qualche eccezione, nel celebrare la donna bellissima e austera, coraggiosa e determinata, emblema di un Oriente di sabbia ricco, colto e raffinato. Ma non ne descrivono l'aspetto, Zenobia è bellezza senza volto. Abbiamo, è vero, le immagini impresse nelle monete da lei coniate ad Antiochia e Alessandria (sfidò l'impero anche in questo), ma ritraggono la regina alla maniera di Roma, non sono veritiere.
E allora piace vederla come le dame di molti ritratti funerari palmireni, austere e solenni nell'ostentare manti raffinati e gioie preziose. Oppure come quella che pubblichiamo e che accoglie il visitatore della bella mostra su Zenobia allestita a palazzo Bricherasio a Torino: più dolce ma ugualmente signorile compassata, elegantissima. Uno dei rilievi funerari palmireni donati da Federico Zeri ai Musei Vaticani, collezionati per ragioni personalissime (Zeri vantava una discendenza siriana, dall'antica Emesa) e in virtù di un'attenzione particolare per la novità e la vitalità dei linguaggi figurativi dell'epoca tardo antica.
Nel rilievi palmireni c'è la città intera, la ricchezza dei suoì mercanti e il loro spaziare da oriente a occidente. Fissità dei volti tutta orientale e naturalismo classico. Volumi disegnati da linee geometriche che non creano ombre ma luminosità, complice anche il giallo caldo del calcare locale, la pietra del sole e del deserto.
E' bello ammirare in mostra i rilievi funerari abbracciati dalle gigantografie della grandiosa via colonnata della città. Pare quasi di passeggiarvi, immaginando i rilievi come statue, alcune tra le mille oramai perdute che ornavano le colonne. Statue di ricchi e potenti palmireni che accoglievano trionfalmente l'ospite in città come in un grande salotto. Perché le vie colonnate dell'Oriente antico erano proprio questo, un esterno che pare un interno. E non stupisce allora che chi, già padrone dei deserti e conoscitore del mondo, seppe pensare la città intera come propria casa, abbia vagheggiato poi di ampliare la casa all'infinito, al mondo intero.


Zenobia. Il sogno di una regina d'oriente

Torino, Palazzo Bricherasio
in mostra fino al 26 maggio 2002