INTERVENTO INTRODUTTIVO DELLA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA’
ANITA SONEGO
IN OCCASIONE DEL TERZO INCONTRO
MILANO: UN BENE COMUNE? COME LA IMMAGINANO, LA PENSANO, LA VOGLIONO LE DONNE CHE CI VIVONO
- PALAZZO MARINO –SALA ALESSI- 23 OTTOBRE 2012

 

 

Ringrazio le moltissime donne presenti (e anche gli uomini) e le donne che hanno lavorato con costanza ed energia ai “Tavoli delle Donne” che assieme abbiamo costruito.
Dopo un anno e mezzo  mi stupisce la tenacia e l’entusiasmo che persistono nonostante le difficoltà incontrate nel percorso del rapporto con le istituzioni.
Era facile prevedere una caduta di energia: un po’ come nell’amore, dopo l’innamoramento la “costruzione di una amore” come dice la canzone, richiede fatica e impegno.
Ma, evidentemente, le donne resistono e persistono. Sono tenaci!

Noi, qui, stiamo sperimentando e dando vita a quel rapporto tra donne e politica, donne e rappresentanza che è stato il tema del grande convegno femminista di Paestum pochi giorni fa.
Il tema della rappresentanza, partecipazione, cittadinanza si discute ovunque visto il distacco generale della partecipazione politica, dato il discredito della rappresentanza.
E’ di questi giorni un libricino di Balibar sulla “cittadinanza” che affronta questi temi ponendo a base della democrazia il conflitto.
D’altra parte il pensiero delle donne aveva scoperto proprio nel conflitto (non nella guerra) una pratica di costruzione e di soggettivazione per le donne.
Le donne hanno svelato come alla base della democrazia, (quella nata in Grecia e grande eredità dell’occidente) ci sia stata l’esclusione delle donne dal governo della polis.

Sempre su questi temi proprio sabato scorso c’è stato un incontro all’Università delle Donne in cui si è affrontato il tema della diversità, della differenza tra i sessi che non significa contrapposizione ma nemmeno complementarietà.
Come portare la nostra diversità, questa differenza nelle istituzioni? Basta il 50/50?
Io sono certa di no perché ne ho esperienza perché non basta un corpo di donna per porsi nelle istituzioni in maniera diversa. E’ necessaria una pratica tra donne che un tempo ha significato “autocoscienza” per acquisire consapevolezza perché la propria parola corrisponda all’esperienza, perché abbia a che fare con la vita.

Ecco perché i tavoli delle donne si distinguono da ogni altra forma di partecipazione: perché le richieste, gli obiettivi, le proposte che vengono fatte alle istituzioni sono il frutto di una forte relazione tra donne.
Dietro ad ogni richiesta ci sono pensieri, la vita, le discussioni di decine e decine di donne che, ponendosi come cittadine, si sentono in un legame forte con le abitanti della nostra città.

Stiamo sperimentando forme nuove di democrazia, di partecipazione per questo ringrazio tutte voi che avete la testardaggine di credere che la voce delle donne può essere ascoltata e, addirittura, capita da istituzioni create altrove e in tempi che a fatica ci prevedevamo.

 

27-10-2012

 

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