Brunella Campea, La farfalla sulla nuca Liliana Moro
Strano, anche al tatto, un piccolo, morbido libro che diventa tagliente quando se ne inizia la lettura, un libro che penetra a fondo in chi ha la fortuna di leggerlo, che apre una porta sulla malattia più temuta e più diffusa: il tumore, e in particolare, il tumore al seno. La scrittrice Brunella Campea ne è stata recentemente colpita ed ha usato la sua professionalità e la sua sensibilità per fare della scrittura uno strumento per sé e per altre. Sono pochi gli scritti, le parole usate per affrontare, narrare, scavare, cercare di comprendere un'esperienza di fatto molto comune. Come non c'è per altri passaggi cruciali della vita di tutti, per esempio la nascita e la morte, non c'è un discorso ampio e approfondito su una malattia che pure è di vastissima diffusione come il cancro. Certo la letteratura medica e specialistica è enorme, ma la cultura è silente. Ancora quasi si trema a pronunciare il nome di un morbo, che è divenuto presenza devastante in molte, certo troppe, vite. Qui Campea affronta con un coraggio ammirevole sia la malattia sia la comunicazione della sua esperienza. Le parole, essenziali, precise, nette, escono goccia a goccia dal dolore, si direbbe direttamente dal suo corpo. Si percepisce nettamente quanto l'autrice ha dovuto interloquire con se stessa, parlarsi con sincerità e in solitudine, per arrivare a dirsi così. Per certi versi è dunque un lungo monologo, ma per altri non lo è affatto, dato che apre un dialogo profondo, radicale con le moltissime donne attraversate dalla stessa vicenda, ma anche con tutte le altre, coinvolte in egual misura.
Tragica domanda diretta al cuore della nostra società che tollera entrambe, nascondendole.
scriveva nel 1977 Deena Metzger citata da Luciana Percovich nella presentazione, significativamente titolata Diventare una guerrigliera. Il riferimento, a mio parere, non è tanto alla simbologia del bellicismo patriarcale, ma piuttosto alla combattività e al coraggio femminile che si dispiega nel privatissimo del proprio corpo e, insieme, nel collettivo delle questioni ambientali. Un coraggio che è virtù specifica delle donne in quanto nasce dalla consapevolezza della propria fragilità. In effetti il 'monologo' di Campea porta poi avanti una domanda che è rivolta in modo preciso alle donne, perché, non dimentichiamo, la malattia in questione è tumore al seno, un male che colpisce uno specifico del corpo femminile:
E' un segno che la colloca dentro il mondo, l'universo, la terra, quella che le si era spalancata sotto i piedi alla diagnosi infausta, e la fa sentire parte di un tutto. Da qui a fatica nasce la speranza con cui proprio si chiude il libro:
Brunella Campea, La farfalla sulla nuca Edizioni Mondo Nuovo , 2019, pagg.48 € 10
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