Shirin Ebadi: premio Nobel per la Pace
di Sara Sesti



Shirin Ebadi

Il 9 ottobre 2003 è stato assegnato ad Oslo il Nobel per la Pace all'iraniana Shirin Ebadi, 56 anni, avvocata, madre di due figlie. Il premio le è stato conferito "per il suo impegno nella difesa dei diritti umani e a favore della democrazia. Si è concentrata specialmente sulla battaglia per i diritti delle donne e dei bambini". Ebadi è l'undicesima donna a vincere il Nobel per la Pace, da quando il riconoscimento è stato istituito nel 1903, ed è la prima musulmana.

Shirin Ebadi, nata nel 1947, è stata la prima donna nominata giudice prima della rivoluzione. Laureata in legge nel 1969 all'Università di Teheran, è stata nominata presidente del tribunale dal 1975, ma dopo la rivoluzione del 1979 è stata costretta a dimettersi per le leggi che limitarono autonomia e diritti civili delle donne iraniane. Con l'avvento di Khomeini al potere infatti venne decretato che le donne sono troppo emotive per poter amministrare la giustizia. Ha difeso le famiglie di alcuni scrittori e intellettuali uccisi tra il 1998 e il 1999. E' stata tra i fondatori dell'Associazione per la protezione dei diritti dei bambini in Iran, di cui è ancora una dirigente. Nel 1997 ha avuto un ruolo chiave nell'elezione del presidente riformista Khatami. E' stata avvocato di parte civile nel processo ad alcuni agenti dei servizi segreti, poi condannati per aver ucciso, nel 1998, il dissidente Dariush Forouhar e sua moglie. Nel 2000 ha partecipato ad una conferenza a Berlino sul processo di democratizzazione in Iran, organizzata da una fondazione vicina ai Verdi tedeschi, che provocò grande clamore e la pronta reazione dei poteri conservatori a Teheran, che arrestarono diversi dei partecipanti al loro ritorno in Iran. Perseguitata a causa delle indagini che stava svolgendo, nel 2000 è stata sottoposta a un processo segreto per aver prodotto e diffuso una videocassetta sulla repressione anti-studentesca del luglio 1999, materiale che secondo l'accusa "disturbava l'opinione pubblica". Arrestata, ha subito 22 giorni di carcere.

Il Comitato del Nobel è lieto di premiare "una donna che fa parte del mondo musulmano", si legge nella motivazione del premio che sottolinea come Ebadi "non veda conflitto fra Islam e i diritti umani fondamentali". "Per lei è importante che il dialogo fra culture e religioni differenti del mondo possa partire da valori condivisi", prosegue il comitato, la cui scelta appare particolarmente mirata in un contesto storico di tensioni fra Islam e Occidente. "La sua arena principale è la battaglia per i diritti umani fondamentali, e nessuna società merita di essere definita civilizzata, se i diritti delle donne e dei bambini non vengono rispettati" prosegue la nota. "E' un piacere per il comitato norvegese per il Nobel assegnare il premio per la Pace a una donna che è parte del mondo musulmano, e di cui questo mondo può essere fiero, insieme con tutti coloro che combattono per i diritti umani, dovunque vivano".

Il Nobel a lei assegnato ci dice che diritti umani, diritti delle donne e difesa della pace fanno tutt'uno e sono patrimonio comune di tutta l'umanità, anche in quella parte del mondo che ancora non ne riconosce il valore. Ebadi è stata scelta tra 165 candidati, tra cui il Papa Giovanni Paolo II. Il premio è di 10 milioni di corone svedesi (pari a 1,32 milioni di euro) e le sarà consegnato il 10 dicembre 2003.

 

vedi anche:

«Le donne deluse dalle mancate riforme in Iran» intervista a Shirin Ebadi
di Sabina Morandi
 

 

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