| Evelyn Fox Keller 
        (1936 - 2023)
 
 di Sara Sesti
 
 
 Fisica, biologa e filosofa, è stata considerata l'esponente di maggior spicco  nell'ambito della filosofia della scienza definito 'epistemologia femminista’
 Evelyn Fox è nata a New York il 20 marzo 1936, in una modesta famiglia di religione ebraica, immigrata dalla Russia.  All’università l’incontro con la fisica fu un colpo di fulmine. “Mi sono innamorata di una disciplina  precisa, pura, definitiva… Mi sono innamorata della vita della mente”. 
        Laureatasi nel 1957 presso la Brandeis University di New  York, conseguì il dottorato in fisica teorica alla Harvard University nel 1963,  con una dissertazione in biologia molecolare. 
 Nel 1964 sposò l’insigne  matematico Joseph Keller, docente alla New York University, dove Evelyn aveva  iniziato a insegnare; ebbero due figli. 
        La scienziata iniziò la sua  carriera accademica compiendo brillanti ricerche in bio-matematica, ma nel 1969  abbandonò questo promettente settore per seguire il marito in California. Ciò  l’indusse a riflettere sul rapporto tra le donne e la scienza e per farlo  raccolse biografie di scienziate.
 
 Si rese conto così dell’alta  percentuale di donne che affrontano e poi abbandonano il mondo della ricerca;  ne individuò la causa nella diffusa convinzione che la scienza sia considerata  attributo maschile.
 "Mentre la scienza è venuta a  significare oggettività, ragione, freddezza, potere, la femminilità ha assunto  il significato di tutto ciò che non appartiene alla scienza: soggettività,  sentimento, passione, impotenza."
 Fox Keller si interrogò  sull’origine di tale pregiudizio e sulle sue conseguenze. Passò quindi dal ‘fare scienza’ allo ‘scrivere di  scienza’, approfondendo sempre più il suo interesse per gli aspetti  psicologici, filosofici e storici della ricerca, indagando in particolare le  connessioni tra genere e scienza.
 
 Dal 1988 al 1992 insegnò alla  California University di Berkeley, nel dipartimento di Retorica, Storia e  Women's Studies’.  Nel 1993 si  trasferì al Massachusetts Institute of Tecnology (MIT), dove tuttora ha la  cattedra di storia e filosofia della scienza nel Programma Scienza Tecnologia e Società. Ha lavorato presso il  prestigioso Institute for Advanced Study di Princeton; ha ottenuto il  premio MacArthur Foundation.
 Affianca all’insegnamento  un’intensa attività di ricerca e di comunicazione, collabora a parecchie  riviste, convinta della necessità di una seria divulgazione e che il sapere  scientifico non debba rimanere appannaggio esclusivo degli specialisti.
 
 Evelyn Fox Keller raggiunse  notorietà internazionale a metà degli anni '80, quando pubblicò nel giro di  pochi anni due importanti testi: A  Feeling for the Organism. The Life and Work of Barbara McClintock, nel 1983, e Reflections  on Gender and Science, nel 1985. 
        Il primo, tradotto in italiano nel  1987, è una biografia inconsueta della genetista vincitrice del premio Nobel.  Fox Keller ne ricostruisce il percorso scientifico, sottolineando le concrete  dinamiche che governano la carriera delle scienziate. Pone anche in evidenza  l'originalità del metodo di ricerca che permise a McClintock di realizzare  scoperte pionieristiche con largo anticipo sui tempi, definendolo ‘sintonia con  l’organismo’.
 
 Il secondo saggio (Sul genere e la scienza, 1987) ha  segnato anche in Italia una tappa importante nella riflessione femminista: presenta  i risultati dell’indagine condotta attorno ai concetti base del linguaggio  scientifico e alle implicazioni del dualismo maschile-femminile su di esso. 
        Negli anni successivi Evelyn Fox Keller ha pubblicato: Secrets of Life/Secrets of Death. Essays on Language,  Gender and Science (1992), Refiguring Life. Metaphors of Twentieth-century  Biology (1995), The Century of the Gene (2000) e Making Sense of Life. Explaining Biological  Development with Models, Metaphors and Machines (2002).
 
 In queste opere il suo sguardo  critico e razionale si appunta sulla base linguistica che accompagna la  ricerca, mostrando le conseguenze operative e scientifiche dei presupposti  culturali e di genere di cui gli scienziati sono portatori, presupposti che  emergono nelle metafore e nei termini utilizzati. Le donne non fanno scienza in  modo diverso dagli uomini - secondo Fox Keller - ma si fa scienza diversamente  se l’ideologia di genere agisce in chi fa ricerca. In particolare ha agito  nella costruzione del concetto di “gene”. Questo, infatti, è stato pensato dai  biologi come elemento attivo, definito e formatore della vita, trascurando  clamorosamente il ruolo giocato dal resto della cellula, dal citoplasma. In  realtà il genoma, che opera nello  sviluppo dei viventi, è fluido, è una realtà complessa. Queste considerazioni  hanno portato la scienziata a puntare il dito contro il discorso sui geni, che  ormai ha raggiunto il limite della sua efficacia nella ricerca e che non solo  genera confusione, ma ha anche iniziato a limitare l'immaginazione dei biologi.  Proprio ora che anche nell'immaginario comune il gene è diventato il mattone  fondamentale della vita, Evelyn sostiene che sia giunto il momento di  sbarazzarsene e che i genetisti debbano arrivare a superare il “riduzionismo  genetico”.
 
 Queste sue posizioni sono state  fortemente contestate: le accuse si appuntano sulla sua posizione di outsider,  di non specialista, cosa che non le permetterebbe di avere una cognizione  esatta dei problemi. In realtà proprio la sua autonomia le fornisce uno sguardo  distaccato e critico. Del resto Keller è perfettamente conscia dei motivi di  tanto scandalo: il gene "è una  comoda stenografia per gli scienziati" e inoltre "è uno strumento di persuasione indubbiamente efficace, non solo  per promuovere programmi di ricerca e ottenere finanziamenti, ma anche e forse  soprattutto per vantare i prodotti di un'industria biotech in rapida espansione"  (Il secolo del gene, 2001)
         Del suo libro Il secolo del gene, pubblicato 
        in Italia  con la vivace traduzione di 
        Sylvie Coyaud, abbiamo parlato in un'intervista 
        con Evelyn Fox Keller. La 
        biografia è tratta da Sara Sesti con Liliana Moro "Scienziate 
        nel tempo. Più di 100 biografie" , Ledizioni, Milano 2023
 
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