Discussione intorno a Simone Weil

di Gianna Beltrami e Donatella Bassanesi

Ciao Donatella ti faccio le mie stupide domande su Simone Weil

  1. esiste un nucleo del suo pensiero!
  2. qual’è il senso della vita per S.W.?
  3. qual’è il senso della scrittura e perché è pericolosa?
  4. perché la conoscenza si può cercare solo nella sofferenza?
  5. perché se il male è indifferenza e superficialità può assimilarsi all’oppressione e al potere?

Ciao ciao
Gianna

Cara Gianna, grazie per le tue domande. Provo a rispondere.

  1. Il nucleo di pensiero di S.W. a me pare stia nel considerare la possibilità di pensare la trascendenza come un altro mondo possibile in questo mondo, nel segnare dunque una distanza, tra l’esistente e il realmente possibile, essere tra l’uno e l’altro come movimento  che rende altro.
  2. Il suo senso della vita credo stia nel cercare di vivere bene e di morire bene (nel legame vita-morte, del nascere per morire), è il senso della bellezza (è l’influenza della civiltà greca e mediterranea).
  3. Il senso della scrittura credo sia interno ad ogni scrittura (ciascuna ha il proprio senso che può anche mutare nel tempo perché ha internamente delle variabili), il suo pericolo credo stia in ciò che nasconde, che non svela (che è poi la verità).
  4. La conoscenza intesa come ricerca di ciò che è nascosto (dietro ai mascheramenti ...alle illusioni ...), perché smonta le ragioni con le quali si alimentano gli inganni, con cui si giustificano i privilegi..., porta sofferenza perché mette in disaccordo con le convenzioni, i luoghi comuni, il consenso.
  5. Il male come indifferenza penso stia in una indiretta complicità, è lasciare che il male avvenga senza in qualche modo intervenire,  è girarsi dall'altra parte per non sentirsi responsabile di un mancato intervento per impedire l’attuarsi del male. In definitiva è complicità non solo con il male ma con il potere che lo mette in atto.

A presto
Donatella

18-05-2009

 

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