Gruppo "Donne e scrittura"

Addentrandoci nel Conflitto

Liliana Moro




LeoNilde Carabba

 

Il gruppo Donne e scrittura evidentemente ama porsi dei temi complessi, difficili da analizzare e soprattutto impossibili da de-finire, temi sui quali si fatica a vedere una fine dell'indagine, a porre un punto fermo.
Negli anni scorsi sono stati affrontati: il nesso tra donne e politica, il problema della perdita e della finitezza di ogni cosa, la questione della cura. Il lavoro compiuto, seppur parziale, ha potuto tradursi in pubblicazioni : Come nasce il desiderio di politica ( 2007) “Riflessioni attorno a “La Perdita” (2009) e Pensare la cura, curare il pensiero (2011).
Questa volta si è puntato davvero alto e nell'autunno 2011 si è iniziato ad affrontare il tema del conflitto, interrogandosi sulla possibilità che esista una specificità femminile nel modo di affrontarlo e di viverlo.

Da subito si è cercato di circoscriverlo: conflitto nei rapporti personali oppure politici e sociali? Conflitto tra donne o con gli uomini? Tra donne 'bianche' e donne migranti? E che dire del conflitto che ciascuna vive con se stessa? Ma ogni volta che si tentava di delimitarlo il tema travalicava e così si è mantenuta aperta la possibilità di osservare sia la dimensione privata sia quella pubblica e, anzi, ci si è proposte di indagare i nessi tra le due dimensioni, che sono apparsi poco evidenti ma molto stretti. Il che non ci ha stupito perché il fenomeno è stato osservato anche per gli altri temi che abbiamo affrontato in passato.

Ora nel 2013/14 siamo ben lontane dall'aver esaurito l'argomento. Non si può dire, però, che siamo ancora al punto di partenza. Molte letture sono state fatte

Massimo Recalcati, Cosa resta del padre; Luciana Percovich, Guerre che non ho visto; Marina Valcarenghi, L'aggressività femminile; Miguel Benasayag e Angelique Del Rey, Elogio del conflitto; Luisa Muraro, Dio è violent;  Audrie Lorde, Usare la rabbia: la risposta delle donne al razzismo; Maria Raffaella Fiori, La straniera; Stefano Ciccone, Violenza, dispositivo simbolico del patriarcato

e molti testi sono stati scritti dalle partecipanti, ma occorre precisare che, per questo tema più che mai, il percorso del gruppo non è stato puramente teorico, mentale: si sono prodotti dei cambiamenti emotivi.

A titolo puramente personale, a questo punto, posso dire di aver cambiato atteggiamento verso la conflittualità, di poter prevedere per me la possibilità di 'dire no' e di sostenere una divergenza di opinione o di desiderio senza spezzare la relazione. Anche nelle altre 'compagne di strada' del gruppo ho visto cadere il disagio, la diffidenza nei confronti della conflittualità oppure -al contrario- si è smorzata la coazione ad entrare sempre in conflitto. Tensioni hanno potuto venire allo scoperto ed essere guardate, nominate, con fatica ma senza distruttività.
Insomma vorremmo continuare su questo cammino che ha spazzato via anche dai nostri occhi il sogno della femminilità dolce e sempre accogliente (come le Madonne della Misericordia medievali), così come il corrispondente incubo della femminilità distruttiva e divorante (come la strega di Hansel e Gretel). Immagini che hanno dei precisi corrispettivi politici da un lato nella pretesa innocenza delle donne sugli scenari di guerra e dall'altro nella facile demonizzazione delle donne di potere.


Il gruppo, che è aperto, si riunisce
con cadenza quindicinale
il primo e il terzo giovedì del mese
dalle 17 alle 19
in Corso di Porta Nuova, 32

Primo incontro 3 ottobre 2013

 

per informazioni
universitadonne@gmail.com

 

 

home