Incontri 2005

 

Ricatti di Pace e Contratti di Guerra
 Il visibile e l’invisibile della Guerra

 

 

ciclo di tre incontri
coordinati da Rosella Prezzo e Maria Nadotti
 

La guerra continua a essere tra noi e percorre le nostre vite, anche quando vorremmo dimenticarcene. Continua ad attraversare non solo la nostra società, ma anche il nostro sentire il tempo presente, le nostre percezioni e rappresentazioni, le nostre coscienze.
 

Da qui nasce la proposta di avviare una riflessione su cosa sia diventata la guerra, partendo da una semplice constatazione: oggi le vittime dei conflitti sono all’80/90 per cento civili. Poiché le pratiche di guerra corrispondono alle modalità di funzionamento della società, interrogare la guerra significa capire meglio in che direzione si stanno muovendo le cosiddette  società ‘democratiche’.

 

Per questo abbiamo individuato alcuni indicatori di mutamento su cui riflettere:

 

a) la figura del guerriero,
nata originariamente come espressione suprema di virilità, e approdata al corpo-macchina del cyborg-warrior, all’interno del quale è del tutto indifferente che ci sia un corpo maschile o un corpo femminile.
Ma poi, dietro l’illusione di una guerra tecnologica e ‘pulita’, questi corpi ri-saltano fuori con tutto il loro carico tangibile di sessualità e violenza, assumendo e attirando su di sé  tutta la forza simbolica.
Guerre tecnologiche e corpi arcaici, dunque.

 

b) la sempre più stretta interconnessione tra civile e militare.

Si parla ormai di ‘privatizzazione della guerra’, nel senso che gli eserciti sono di professionisti e che gli specialisti della guerra sono formati da agenzie private.

C’è, tuttavia, anche un altro aspetto, parallelo e complementare, non sufficientemente considerato: è la guerra come possibilità di lavoro in tutti quegli ambiti che prima erano assunti in proprio dagli eserciti nazionali e che ora sono in mano ad agenzie private fornitrici di servizi. Vanno dalla logistica al catering, dall’approvvigionamento all’assistenza medica e psicologica, dalla costruzione di strutture smontabili e infrastrutture alla rete informatica, eccetera.

In questo per tutti, uomini e donne, c’è la possibilità di un lavoro a contratto. La guerra diventa perciò un’opportunità come un’altra, un mestiere tra i tanti (o i pochi?). Anzi, un’opportunità in più, una ‘libertà’ ulteriore.

 

c) l’immagine della guerra e la guerra delle immagini.

Uno degli aspetti che caratterizzano le guerre attuali è il modo di raccontarle e illustrarle attraverso l’immagine fissa e l’immagine in movimento, la fotografia, la televisione e il cinema.

Le guerre contemporanee hanno trasformato l’elemento mediatico in uno strumento bellico e di potere. Potere di mostrare e di non mostrare, di rendere visibile (definendo ciò che tutti vedono e devono vedere) o invisibile (oscurando, censurando, sovra-esponendo o sotto-esponendo, rendendo ‘reale’ o ‘non-reale’). Potere di mettere tutti/e noi nella posizione passiva di spettatori-consumatori di guerra, di convertirci in un nuovo fronte interno globale.

 

 

Nei tre incontri che proponiamo si alterneranno alcune riflessioni a partire dalle questioni indicate e una lettura diretta di immagini fisse e sequenze cinematografiche e televisive.

Calendario

12 aprile

La figura del guerriero

 

19 aprile
La sempre più stretta interconnessione tra civile e militare

 

26 aprile
L’immagine della guerra e la guerra delle immagini

 


 
G
li incontri si terranno alle 20,30
presso la sede della
Libera Università delle Donne
Corso di Porta Nuova, 32 – Milano
 

 



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