La papessa

di Sara Sesti

 

 

 

Dopo la scienziata filosofa Ipazia di Alessandria, anima dell’Agora di Alejandro Amenabar, dopo la poetessa Christine de Pizan della debuttante regista Stefania Sandrelli, è il turno di una donna “pontefice” decisa a sovvertire l’ordine delle cose.

La Papessa
del tedesco Sönke Wortmann, tratto dall'omonimo romanzo di Donna Woolfolk Cross (Piemme 2005), ricostruisce la figura di Johanna von Ingelheim, la cui vita pare si svolse tra il decesso di Carlo Magno (814 d. C.) e l’ 855 d. C. circa, quando morì di parto sulla via Sacra a Roma, mentre era in processione con le vesti e la carica di sua eminenza Papa Johannes Anglicus.

Nata tra i boschi della Germania da un parroco di campagna (Iain Glen), in un’epoca in cui le donne sono considerate empie, inferiori e indegne di essere istruite, Johanna (ben interpretata da un’efebica Johanna Wokalek) sembra condannata a un destino già scritto di analfabetismo, lavoro duro, figli e morte prematura.

Fin da bambina manifesta un grande acume e una brillante intelligenza, impara rapidamente a leggere e a scrivere dal fratello maggiore, meritandosi per questo le frustate del padre davanti allo sguardo inerme della madre sottomessa.

Quando il saggio Esculapio scopre il talento di Johanna diviene suo maestro, insegnandole il latino e il greco e istruendola sui testi classici. Ma la cultura per le donne è considerata "contro natura" e la fanciulla - che cerca a tutti i costi di superare i limiti che il suo tempo le impone - è costretta a fuggire.

Grazie alle sue spiccate doti, riesce ad entrare nella scuola della Cattedrale di Dorstadt dove conosce il Conte Gerold, sposato e padre di due figlie (David Wenham), con il quale instaura un rapporto speciale, un amore presto ricambiato. E’ solo l’inizio delle lunghe peripezie che la giovane dovrà affrontare.

Scampata a un matrimonio combinato dalla moglie di Gerold rosa dalla gelosia e divisa tra l’amore impossibile per il Conte e quello per i libri, Johanna sceglierà questa seconda via, decidendo di travestirsi da maschio per poter intraprendere la carriera ecclesiastica.

Assume allora l’identità di suo fratello Johannes, morto durante un’incursione vichinga, e si nasconde per dodici anni ad Est dell'Impero, nel monastero benedettino di Fulda, finalmente libera di leggere, studiare e imparare i segreti delle arti e della scienza.

Diventa un apprezzato medico e si guadagna la fama di saggio erudito, ma quando la sua vera identità sta per essere scoperta, Johanna dovrà fuggire. Affronta un viaggio avventuroso e si reca a Roma.

Tre anni dopo il suo arrivo, nell' 843 d. C., si sparge la notizia che Papa Sergius è gravemente malato. Johanna lo guarisce e gli resta accanto per anni, finchè il Papa non morirà avvelenato dai suoi nemici.

A Roma la donna incontra di nuovo il Conte Gerold e capisce che c’è una sola cosa che non può più negare a se stessa: il suo amore per lui.

Avanzata a grandi passi nella gerarchia religiosa, alla morte di Papa Sergius, viene nominata al suo posto col nome di Papa Johannes Anglicus.

Di nuovo deve rinunciare al suo amore ritrovato e per sempre, ma Gerold le starà sempre a fianco come guardia.

Già incinta, la Papessa verrà poi smascherata pubblicamente e tragicamente durante la solenne processione di Pasqua, dove muore di parto.

I suoi successori faranno di tutto per cancellarla dai Registri Pontifici e la Storia la dimenticherà.

Questa vicenda aveva già affascinato il regista Michael Anderson che diresse il film Papessa Giovanna, con protagonista Liv Ullman.

In bilico tra verità e leggenda, Johanna von Ingelheim resta tra i personaggi più controversi e affascinanti di tutti i tempi.

 

 

 

10-6-10