Due lettere

Milano, 18 giugno 2008


Caro Paolo Ferrero,
                               vogliamo ringraziarti per il tuo ‘passaggio’ tra di noi. Speriamo ci possa essere una prossima volta, meno ‘stringata’ e con una discussione.
Hai posto un piano di realtà molto utile, che spesso sfugge, imponendosi prevalentemente le impressioni e le suggestioni, quel piano soggettivo che (oggi in particolare) è costruito artificialmente al fine di rovesciare la visione delle cose e dei fatti.
Due domande.
La messa in crisi dei diritti individuali, attraverso schedature più o meno camuffate, con i campi nomadi fatti oggetto di devastazioni che hanno violato il mondo privato di persone (che ne sono risultate anche materialmente impoverite), sono state violazioni del Diritto, negazione di uno Stato di Diritto nel momento che ad agire sono stati rappresentanti dello Stato. E noi, che viviamo in questo Stato di Diritto (nella cui storia le violazioni ai diritti non sono proprio nuove) ne siamo toccati? Cosa facciamo? Cosa potremmo fare?

La seconda domanda. La nostra società (di massa) nell’esaltazione (apparente) delle libertà individuali ribadisce la irresponsabilità personale. Dobbiamo considerare dunque la responsabilità personale un agire particolare, di qualcuno che da una certa origine deriva? Potrebbe essere una scelta politica da affermare generalmente (che ciascuno agisce per sé ma condivisa)?
Grazie ancora,

                                                       Donatella Bassanesi


                                                                                                                       Milano, 30 giugno 2003

Cara Luisa Morgantini,
                               come sai a favore dei Rom, all’inizio di questa sorta di persecuzione, avevamo aperto, in quanto Università delle Donne, un appello a cui hanno aderito moltissimi. Oggi, ringraziandoti per quella tua firma, vorremmo capire con te se in Europa (visto poi come siamo messi in Italia) qualcosa si potrebbe fare.

Una domanda: è possibile denunciare all’Ue il piano Maroni, e di conseguenza portare l’Italia davanti alla Corte di giustizia europea?

Seconda domanda: I Rom sono riconosciuti come popolo (è popolo perseguitato, al quale non è stato mai riconosciuto alcun tipo di risarcimento). Potrebbe essere loro riconosciuto il diritto di avere rappresentanza in Europa?
Questa rivendicazione potrebbe essere avanzata da più soggetti? Più soggetti potrebbero essere promotori, mossi da una istanza di democrazia?

Terza domanda: L’Europa potrebbe essere la sede di un riconoscimento internazionale nei confronti del popolo rom che non ha mai aperto fronti di guerra?
Ringraziandoti


                                                    Donatella Bassanesi