Il dibattito sulle "madri snaturate"
prosegue

E’ così difficile essere buone madri? Un’ interpretazione

Manuela Pennasilico


La psicologa americana Carol Gilligan nel saggio “La virtù della resistenza”, 2014 scrive

“Separando padri da madri, figlie e figli e operando una biforcazione delle qualità dell'umano in maschili e femminili, il patriarcato crea fratture nella psiche che separano ognuno da parti di sé.” (p.37) provocando devastazioni psichiche in uomini e donne.

Il separarsi da se stessi, il dissociarsi della psiche dal corpo genera il silenzio: non trovare parole per esprimere i più genuini desideri causa l’immunizzarsi contro il bisogno di tenerezza e relazionalità, proprie della condizione umana. E’ un’esperienza che molte hanno vissuto. Io stessa l’ho sofferta.
Nella pubertà ci sono forti pressioni per indossare modelli socialmente e culturalmente codificati di mascolinità e femminilità più o meno lontani dalla propria indole. L’adeguarsi non è indolore: si rinuncia a parti di sé.
Le future donne si confrontano con le assicurazioni che essere buone mogli e brave madri è un compito facile e naturale e inevitabilmente l’impasto di ragazza buona, pronta ad accogliere il ruolo femminile, e cattiva, che vi resiste, si scinde e cancella il piacere di stare con se stesse.

Percepirsi una cattiva ragazza inaridisce: opacità emotiva, mancanza di coraggio, incapacità di provare sentimenti spontanei; induce a non avere cura di sé e degli altri, a praticare l’ingratitudine.

Mimetizzarsi dietro i ruoli sociali e fingere di essere una buona madre o un buon padre non solo non attenua il senso di colpa ma acuisce il risentimento. Questi sentimenti possono attivarsi in un attimo ed esplodere, squarciando il velo della normalità, proprio verso il più debole e fragile, il “proprio” bambino cattivo, fino all’annientamento.
La violenza insita nel patriarcato e interiorizzata genera difese contro una percezione soggettiva della propria “mostruosità”; il suo manifestarsi imprevisto si riversa su chi è più vicino, chi emotivamente genera resistenza e mette alle corde rivelando l’incapacità di amare .

E’ ora di combattere la centralità della famiglia e attivare luoghi altri dove sia possibile mettersi in relazione fra donne perché l’aiuto reciproco possa far nascere il fiore raro dell’amicizia. Questa sola rivela la reciproca umanità e bontà.

 

23-12-2014

 

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