Margarete Schútte-Lihotzky
La prima architetta austriaca
di Lorenza Minoli

"Noi architetti abbiamo il dannato e sacrosanto dovere ed obbligo di romperci il capo su che cosa si debba fare nell'edilizia abítatíva per facilitare la vita alle donne e agli uomini (..). Fin dall'inízío volli occuparmí sempre e solo di edilizia abitatíva, con tutto quello che ci vuole: istituzioni per l'infanzia, scuole, biblioteche, ambulatori... ciò che appunto si chiama edilizia sociale".

Queste poche parole riassumono il valore della professione per Margarete Schútte-Lihotzky (Vienna,1897-2000), prima donna architetto austriaca, testimone e protagonista dell'architettura dei nostro secolo.
Al miglioramento delle condizioni di vita delle classi disagiate e delle categorie deboli, in particolare donne e bambini, è dedicata tutta la sua vita e la sua opera, fin dai primi lavori con le cooperative di interesse pubblico che realizzano le Siedlungen operaie negli anni venti.


Ma la sua ricerca si allarga allo studio dell'ambiente domestico ed in particolare della cucina che si impegna a riorganizzare secondo dimensioni ed arredi più razionali. Da questi studi nasce la cucina di Francoforte (1926-27), prima cucina "moderna", progetto che ha largamente influenzato tutta la successiva produzione di questo ambiente. Negli stessi anni, l'impegno per il miglioramento della condizione femminile è alla base degli interessanti progetti dell' "abítazíone per donne che lavorano e vivono sole", mentre gli studi sugli spazi per i bambini portano Margarete Lihotzky a progettare scuole, asili e parchi gioco secondo criteri che verranno a lungo riproposti. Accanto alla professione c'è poi la vita politica, la resistenza antifascista, la condanna a morte tramutata in carcere a vita, sino alla liberazione nel '45, ma non ci fu mai, come sostiene Friedrich Acheleitner, una distinzione tra impegno professionale, politico e civile poiché il valore della sua opera sembra trovarsi nell'indivisibilità degli sforzi, nell'inscindibilità di teorie e prassi, di pensieri ed azioni.
E tutto ciò si esprime nel "fare architettura", perché, in fondo, "all'architettura nessuno può sfuggire. Ognuno di noi si muove continua- mente in spazi costruiti, interni e urbani. Questi producono in noi, in modo conscio od inconscio, benessere o disagio, tranquillità o agita- zione, armonia o dísarmonía..".

Questo volume, traduzione dell'originale M.S.L. Soziale Architektur (Vienna, 1996) presenta, per la prima volta nel nostro paese, l'opera di Margarete Schútte-Lihotzky. Organizzato in forma di catalogo, il testo è articolato in capitoli corrispondenti alle tappe della sua vita. Il percorso professionale e i lavori di Margarete Lihotzky, inquadrati nel relativo contesto storico, vengono descritti nei saggi che introducono i diversi periodi; altri contributi invece, ci propongono una riflessione sui diversi temi dei suo lavoro.

Lorenza Minoli, architetta, progettista e studiosa della disciplina, vive e lavora a Milano. Da anni studia il rapporto donne/architettura, dedicandosi in particolare alla sperimentazione di una nuova progettualità "al femminile". Ha curato, tra l'altro, la mostra tenutasi presso il Politecnico di Milano nel 2000, in occasione della manifestazione "Donne Politecniche".

Dalla cucina alla città Margarete Schútte-Lihotzky
a cura di Lorenza Minoli
Franco Angeli 1999
24,79 euro