Donne Politecniche
di Sara Sesti

Curato da Annamaria Galbani, "Donne Politecniche" raccoglie gli Atti del Convegno e il Catalogo della Mostra tenutisi al Politecnico di Milano nel maggio del 2000.
La sua pubblicazione permette una riflessione storica, storiografica e statistica sulla presenza femminile negli studi universitari di tipo politecnico (ingegneria e architettura, con qualche apertura verso il mondo della scienza in senso lato), sui relativi sbocchi professionali, su condizionamenti, attitudini, risultati di questi studi e di questi sbocchi.

Vengono considerati anche i risultati di questi studi, i loro sbocchi professionali e i condizionamenti che li hanno determinati. Il volume rappresenta un terzo momento di sintesi pubblicato nel 2001 sulla presenza delle donne in vari settori della ricerca, dopo "Figlie di Minerva" edito da Franco Angeli e "Donne all'università" della casa editrice il Mulino.Queste pubblicazioni iniziano a fornire dati complessivi su una presenza sempre più massiccia, ma ancora in qualche modo trasparente, e testimoniano come, anche in Italia, sul rapporto tra le donne e la scienza, si siano moltiplicate le ricerche sull'argomento, sollecitate dalla Comunità Europea che per prima aveva risposto al "grido" della sociologa inglese Hilary Rose "No data, non problem, no policy".

Le autrici del testo hanno sviluppato le loro relazioni percorrendo con occhio femminile la presenza delle donne nella storia della scienza (Sara Sesti), negli studi tecnico - scientifici (Gisella Bassanini, Annamaria Galbani) e nella professione (Amalia Ercoli Finzi, Francesca Sgobbi, Valeria Dolcetta Capuzzo), fornendo al lettore i dati statistici e la documentazione sui contributi più significativi. Si sono interrogate sulla specificità femminile nella ricerca e nell'agire professionale (Anna Moretti, Raimonda Riccini,) e su un modo diverso delle donne di stare nelle istituzioni scientifiche (Sandra Bonfiglioli, Maria Gregorio).
L'attenzione, concentrata in particolare sul Politecnico di Milano, è stata rivolta anche più lontano, al Politecnico di Torino (Margherita Dongiovanni) e alla Svizzera (Michela Bazzi, Cristina Zanini Barzaghi).

Dai vari interventi si può dire che le parole chiave usate per definire la presenza femminile in campo scientifico sono due: eccezionalità e regola. Da un lato vi è la donna eccezionale che viene proposta sia come anticipazione di una prossima normalità, sia come prova di una possibile parità; dall'altra vi è la quotidianità dove la massiccia presenza femminile nel mondo del lavoro assume la consistenza di ciò che regola un meccanismo, sia nel senso che gli consente di funzionare, sia nel senso che gli dà il giusto ritmo.

Temi ricorrenti della presenza femminile in campo scientifico sono: l'attenzione alla divulgazione del sapere; la sintonia con l'oggetto di studio e lavoro; la capacità di trasformare i limiti che pone la discriminazione in un'occasione per inventare qualcosa di completamente nuovo, di pionieristico; l'attenzione agli aspetti qualitativi più che a quelli quantitativi dei fenomeni; l'attenzione agli aspetti sociali delle nuove tecnologie; l'attitudine ai sistemi di relazione a rete; la capacità visionaria che nasce dall'essere vicine alla materialità delle cose, due opposti che si tengono insieme.

 

In molte relazioni si sottolinea la difficoltà che le donne incontrano nel trasmettere alle ragazze un sapere acquisito attraverso la pratica politica e ci si interroga su come ovviare a questo problema: se con insegnamenti ad hoc, come è avvenuto con gli Women Studies, o con iniziative specifiche a carico delle singole donne.

Il catalogo dei materiali della mostra, allestita da Lorenza Minoli e comprendente volumi, strumenti e documenti, funge da supporto documentario a tutte queste sfaccettate, articolate, cangianti prospettive.

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A.VV.
Donne Politecniche
Libri Scheiwiller, 2001
pag.192, euro 13.43