"Non ho fatto carriera"Anna Pegna
di Anna Pegna


Leggo nella recensione del Rapporto Figlie di Minerva : “Per poter avere gli stessi riconoscimenti e la stessa carriera, una scienziata o una ricercatrice deve essere 2,6 volte più brava di un suo collega maschio”.
Io lavoro in un'azienda che produce software e, con le mie colleghe, ho gli stessi problemi delle scienziate. In particolare, mi accorgo ogni giorno del disagio che le donne della mia età, diciamo quarant'anni o più, provano nei confronti delle responsabilità, che siano responsabilità tecniche o di conduzione di un progetto o di conduzione di gruppi di persone.

Mi sono fatta l'idea che ci sia un circolo vizioso, in cui il desiderio di impegnarsi per migliorare il proprio lavoro va a impattare contro l'organizzazione, che tende a rifiutare modi di affrontare le responsabilità inconsueti o non conformisti (rispetto a quelli preesistenti). Eppure, mi sembra di intravedere un modo di affrontare i problemi più vicino al mio modo di vedere la vita.

Io preferisco sentire i problemi piccoli e affrontarli, modificare l'organizzazione gradualmente. Non voglio cambiare l'azienda tutta insieme, ma un po' alla volta, in maniera incrementale, usando l'esempio e affiancando le altre donne per aiutarle a lavorare meglio. Non mi attirano le grandi utopie, non voglio fare come Napoleone che ha cambiato lo scenario politico europeo in pochi anni. Io voglio vivere i problemi insieme e accanto alle donne che li affrontano. Mi sembra, se mi capite, un modo di lavorare in cui mi sento pių a mio agio. Cosė, oltre al desiderio e al pensiero simbolico, mi sembra che si debba affrontare anche il "come" ci piace lavorare, "come" ci riesce di affrontare le organizzazioni, per cambiarle.

E poi vorrei superare la scomoda sensazione di essere sempre scissa in due: una a casa ed un'altra in ufficio... mai me stessa, sempre una figura pirandelliana "come vi pare".
E quindi, quando decido di impegnarmi nel mio lavoro (succede, periodicamente), lo faccio anche dietro la spinta di un nuovo amore... nel senso che, contemporaneamente alla voglia di fare, mi innamoro, letteralmente, di qualcuno o qualcuna o qualcosa.

Di me posso dire che: ho 48 anni, sono laureata in matematica, mi occupo di software da oltre 20 anni e di "come" produrlo da 10. Sono toscana, immigrata a Torino. Ho un marito - che amo - e due figli, di 17 e 12 anni, tutti quanti torinesi.

Non ho fatto carriera.