La ragazza dall'orecchino di perla

di Sara Sesti

 


Scarlet Johansson

 

Il film si svolge nel XVII secolo nella cittadina olandese di Delft - patria delle famose piastrelle bianche e blu - rappresentata come nella famosa " Veduta di Delft" (definita "le plus beau tableau du monde” da Bergotte che osservandola sviene in un noto passo della Recherche).

 


Veduta di Delft

 

La giovane Griet (Scarlet Johansson) entra a servizio nella casa-studio del pittore Johannes (Jan) Vermeer, impersonato dal bel-tenebroso Colin Firth. Benché molto distanti per educazione, cultura e condizione sociale, Vermeer scopre nella ragazza una innata, intuitiva comprensione di luci e colori e poco per volta la introduce nel mondo misterioso dei suoi quadri. Tra i due nasce un rapporto intenso quanto inespresso e la ragazza finisce per posare per uno dei quadri più celebri del maestro: "La ragazza dal turbante".

 


Ragazza con turbante

 

Dentro e fuori le mura domestiche crescono gelosia e scompiglio, alimentando uno scandalo che minaccia di rovinare tutti gli abitanti della casa: la giovane moglie invidiosa e continuamente incinta (ebbe 11 figli), la suocera affarista, la figlia maggiore capricciosa e dispettosa, la servitù che vaga per le stanze mentre il maestro dipinge i suoi pochi - meno di 40 - bellissimi quadri, assorto in un una maniacale ricerca di luce e colore, di rapporto tra luci ed ombre ( vedi: Il silenzio di Vermeer, di Donatella Bassanesi).

La purezza del rapporto tra pittore e modella non viene capito da un ambiente che si lascia divorare da invidie e desideri. La povera Griet “sedotta e abbandonata” finirà vittima solo della sua sensibilità artistica, e sarà costretta a rifugiarsi presso una sistemazione più semplice e povera.

Il film segna il debutto alla regia di Peter Webber che si avvale della straordinaria direzione fotografica di Eduardo Serra che maneggia in modo caravaggesco luci e colori . Il soggetto è tratto dal bestseller di Tracy Chevalier, pubblicato in Italia con grande successo dalla casa editrice Neri Pozza.

L'opera è stretta nel rapporto tra Cinema e Pittura, risolto attraverso la rappresentazione dei dipinti di Vermeer e di quadri viventi evocati dall’opera dell’artista. Il film che risulta un po' zeffirelliano, possiede anche un valore antropologico nel mostrare la durezza della vita quotidiana, le abitudini domestiche e i rapporti nella classe media dell'epoca: tra familiari, padroni e servitori, tra il pittore e il suo ricco mecenate (l'ottimo Tom Wilkinson di Full Monty) che ne mantiene l’attività.