Riflessioni laiche

di Debora Picchi


Vorrei segnalare, per chi di voi legge l'inglese, il sito delle donne londinesi - di varia provenienza d'origine - che fanno parte del gruppo WAF: www.womenagainstfundamentalism.org.uk/ WAF sta per Women Against Fundamentalism (Donne Contro il Fondamentalismo).
Il gruppo è impegnato sui temi della laicità in riferimento ai diritti delle donne e mi pare di particolare interesse anche per il suo approccio trasversale alle 'culture'.
Queste donne si battono per garantire la laicità delle istituzioni anche in merito alle politiche rivolte alle comunità straniere in Gran Bretagna. Esse denunciano il pericoloso atteggiamento - spesso tenuto proprio dalla sinistra- di 'rispetto delle altre culture' che troppo spesso permette e legittima la feroce discriminazione delle donne.  

Mi sembra indispensabile, al fine della nostra riflessione e al fine di promuovere pratiche e politiche laiche e di rispetto di genere nelle nostre istituzioni e nella nostra sinistra (?), tenere conto di questa e di simili esperienze di donne che già da tempo si cimentano con una società complessa e multiculturale.

Fermo restando i punti importanti su cui lavoriamo nello specifico, come la difesa della 194, credo che ci dovremmo porre come obiettivo generale quello di far passare in tutti i luoghi della politica, a partire da quelli a noi più vicini, un'analisi che affronti seriamente la questione di genere e la questione della laicità vista in un'ottica trans-culturale. Del resto forti stimoli in questo senso ci arrivano proprio dalle donne afghane, in particolare da RAWA e dalla stessa Malalai, vividi esempi di lotta per la laicità e per diritti nel cuore del fondamentalismo più cupo. 

Tenere uno sguardo aperto su tali esperienze estere mi sembra in questo senso sano e corretto non solo perché possono rappresentare un contributo prezioso al nostro lavoro ma anche perché credo che sia necessario mettere in discussione pratiche politiche (ahinoi!) qui di gran moda. Come altre con cui ho recentemente scambiato opinioni, sono sempre più preoccupata dalla resistenza e spesso dall'ostinato rifiuto da parte di gran parte della sinistra a difendere e addirittura ad accettare posizioni laiche e di rispetto di genere, soprattutto quando si tratta di affrontare questioni che riguardano le 'culture non occidentali', siano esse rappresentate dalle comunità straniere presenti sul nostro territorio o da realtà sociali in altri paesi.

Proprio nel trattare tali argomenti, ciò che dovrebbe essere la sinistra - sia istituzionale, sia dei movimenti - continuamente, prende posizioni decisamente discutibili in termini di laicità e di difesa dei diritti, anzi assume posizioni che spesso annientano qualsiasi approccio democratico e di genere, e sceglie come interlocutori politici personaggi o gruppi che per loro natura sono antidemocratici e discriminatori nei confronti delle donne.

Credo che sia davvero arrivato il momento di riflettere seriamente su questi aspetti ed eventualmente di fare una discussione seria con quelli che riteniamo siano i nostri interlocutori ed alleati politici per far emergere le contraddizioni del loro agire. Personalmente mi sono chiesta perché nei giorni scorsi sono scesa in piazza per partecipare ad un corteo guidato da una folla di uomini deliranti che inneggiavano a dio scandendo versetti sacri. Non trovo risposta. Non c'è risposta. Semplicemente non ha senso! Non è questa la parte con la quale mi voglio schierare e non è questo il modo in cui mi voglio schierare.  

Sono certa che molte di voi condivideranno il mio disagio e mi auguro che troveremo insieme il modo, il tempo e la forza di affrontare questo difficile tema con lucidità, determinazione ed efficacia.

 

 

26-01-2009

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