Pubblichiamo questa e.mail di Monica Soldano - inviata alle partecipanti al'incontro di Bologna " Tante pratiche politiche femminili, come fare rete?" - e le due lettere allegate.

Care Amiche, ho riflettuto molto sul nostro incontro di Bologna, ma tanto che alla fine non mi sono più mossa. Comunque, anche se da molte di voi la Fecondazione assistita è percepita con una priorità diversa dalla mia, vorrei farvi conoscere ciò che ho scritto a Giuliano Ferrara, ma non ho idea su ciò che ne farà. Il Foglio dall' 8 dicembre ha iniziato a pubblicare articoli feroci e meno feroci sulla procreazione assistita. Allego, la mia lettera breve e una riflessione fatta in seguito all' articolo di Nicoletta Tiliacos sul Foglio del 9 dicembre, in cui rievoca gli esordi bolognesi di Madre Provetta, negli anni' 80 a Bologna. Cordiali saluti, monica soldano.



LA LETTERA

" La famiglia artificiale", ghigna Ferrara sul Foglio dell'8 dicembre. Ma di che parliamo? Le parole le scegliamo noi, non sono loro a dare vita alle cose, arrivano dopo. Per Lei sarà artificiale, per me è naturale, è comunque la mia famiglia. La famiglia non è una parolaccia. Lo Stato ha stanziato i denari per chi si cimenta nella grande sfida, la corsa al secondo figlio entro il 2004! Ma se si tratta del primo figlio e magari fecondato in provetta, si preferisce rinviarlo al mittente, perché fa orrore pensare che si è dovuto impegnare tanto per nascere e in questo mondo. Ma chi glielo fa fare, madri e padri degeneri! Correte ad adottare, così almeno gli Istituti riceveranno qualche soldino in più e le donne invece che abortire vi lasceranno il loro "bimbo in braccio" in cambio di 1500 euro. Lo chiede un emendamento alla finanziaria 2004, geniale esempio di maternità surrogata. Come vedi, caro Ferrara, quello che getti via dalla porta, torna dalla finestra!.

Monica Soldano, presidente Ass. Madre Provetta onlus

 

"La vera storia di Madri e Provette"
Lettera di una Presidente operaia

di Monica Soldano


Camille Claudel

Prendo spunto dalla confessione di una donna, Nicoletta Tiliacos sul Foglio del 9 dicembre, ex socia dell'Associazione Madre Provetta onlus, che si definisce "Una donna laica, né guelfa né ghibellina, con i suoi dubbi". La confessione di Nicoletta e il suo Amarcord degli esordi della nascita della Associazione che per prima, fin dagli anni '80, aprì il dibattito culturale in Italia su queste tematiche, mi danno oggi la possibilità di raccontarvi le puntate successive.

Dal 1999 sono la presidente di Madre Provetta. Sono un' operaia del sociale e dell'informazione, una a cui piace ascoltare e parlare poco. Conoscevo da giovane i dubbi di Nicoletta e delle altre, in parte li condividevo. Ascoltava loro, le amiche del 1988, parlare e pensavo. Non avevo risposte, né sapevo bene cosa dire, aspettavo di crescere. Poi ho girato l'Italia, l'Europa, ascoltato, ascoltato, letto, scritto.

Ho imparato a conoscere nel tempo le donne di oggi, quelle potenzialmente in età fertile
. Quelle insicure sul futuro, sul lavoro, quelle che hanno difficoltà anche a trovare marito, benchè non più giovanissime. Alcune di queste, quelle normali, in coppia, poi vorrebbero, chissà perché, "fare famiglia", ma incontrano dei problemi. Colpa di lei o lui, che differenza fa, comunque il concepimento è impossibile. Sarebbe bello pensare all'Immacolata fecondazione, ma è già accaduta una volta nella Storia e pare che non si possa ripetere. Ecco che quindi, la donna normale, che legge i settimanali, ma pochi libri, scarsa con il linguaggio austero e dotto del femminismo, ci pensa. Mossa dal banale e deprecabile "sistema dei bisogni" va dal medico ed entra in un centro di procreazione assistita. Ecco, queste sono le donne (con relativi compagni) che cercano la procreazione assistita, circa 25.000 coppie l'anno in Italia. Poche rispetto a quelle che vorrebbero, ma non possono o non sanno cosa fare. Eppure se ci pensiamo bene ognuno di noi ne conosce direttamente o indirettamente qualcuna. Di chi è la colpa? Sarebbe bello scoprirlo, forse un giorno lo capiremo meglio, ma le ultime da punire sono loro, le donne e gli uomini infertili.

L'Associazione Madre Provetta li conosce bene entrambi. Li ha conosciuti, quando ha deciso di uscire dal salotto intelligente e di scivolare per le strade. Ha cercato di costruire reti di tutela per loro, in attesa di chiarezza di legge. Si è fatta "Madre", ma non della provetta a tutti i costi, bensì del costo della provetta, perché sia meno dolorosa per tutti. Perché occorre prendere posizione pensando anche agli altri, diversi da noi. Perché la mia coscienza non può legittimare la crociata cattiva, quella che non ascolta, ma che prova gusto nel brandire le armi, per potersi conquistare uno spazio, per esistere da qualche parte. Il singolo cittadino può farlo, è nella sua libertà. Nicoletta ha ragione ad avere i suoi dubbi, siamo liberi di pensare e di scegliere. Ma il rappresentante del popolo, oltre a pensare, deve sforzarsi di capire meglio. Lo deve capire bene il fatto, lo deve comprendere bene il danno, quello che può fare se approva leggi incoscienti. E che ci lasci liberi di capire cosa è meglio per noi, per la nostra vita privata! Ci dia invece, gli strumenti per verificare che medici e centri siano bravi e accorti a non vendere lucciole per lanterne.

E comunque, dietro l'approvazione di una legge sulla fecondazione assistita così, come è quella al Senato ad oggi, c' è molto altro. Lo sanno bene i Crociati, che, escludendo gli astenuti, mi pare siano sempre meno. Lo sanno che si tratta di una piccola battaglia, rispetto alla guerra, quella totale, che vuole cambiare tutto in difesa della potenzialità di vita che è l'embrione.

Alle prossime europee, nelle liste elettorali, si includano pure gli embrioni-persone, maschi o femmine non importa. Tanto non nasceranno mai grazie alla legge, tuttavia l'importante è che siano difesi, candidateli!"