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Le brave ragazze vanno in paradiso le cattive dappertutto
(in tre film)

di Roberta Tatafiore




nicole kidmann

 

Uma Thurman ha gli occhi blu sgranati dalla ferocia (Kill Bill – Vol.1); Jun Ichikawa non muove un muscolo del viso pallido, sia da pirata cattiva, sia da pirata buona (Cantando dietro i paraventi); Nicole Kidman è tutta un sorriso di ringraziamento verso i suoi protettori, poi tutta un patire in silenzio, infine una maschera furibonda (Dogville).


Bei film, tutti e tre con un legame che li intreccia di femminilità vincente. Nata dalla sfiga. Da situazioni di sfiga propriamente femminile. Marito ammazzato, bambino portato nel ventre perso, bordello orientale, e amante perduto, stupri a ripetizione e angherie che Cenerentola, in confronto, era una fortunata colf. Eppure alla fine, che sia redenzione o vendetta, la donna ce la fa.

Per la pirata, Ermanno Olmi sceglie la celebrazione essenzialista: sei tu, donna, quella che sa preferire la sottomissione e la pace piuttosto che la trasgressione e la guerra. E i suoi e gli altrui cannoni taceranno, sembra per sempre.

Quentin Tarantino sceglie la favola della vendetta per esaltare la sua assassina: caro Bill, te e quelle vipere delle tue amanti sottomesse, anche se capobanda anche loro, vi macello. La strage perpetrata da lei è una fontanella di sangue che sgorga in ameni zampilli e finisce e si incanala festante tra pozze e fiumiciattoli. E un rivolo rosso che scende silenzioso sulla neve candida dalle pieghe di un kimono candido.

Lars Von Trier non rinuncia alla sua solita predicazione: donna uguale pazienza, sopportazione, accoglienza, sacrificio. E però questa volta non c’è la cieca felice che canta la notte prima dell’esecuzione capitale. Dopo averne passate di cotte e di crude, la vittima di Dogville, comunità rinfrescata dal bene ma che cova in sé il germe della cattiveria umana, spara. Pam, pam, pam: muoiono i maschi corrotti, le donne perfide e i bambini aguzzini, e pure quell’esaltato moralizzatore fallito cui lei si era affidata, dicendogli persino che lo amava.
Non vi sto raccontando le trame di tre film, ovviamente, ma le impressioni e il succo: il messaggio, se la vogliamo mettere come ai tempi in cui i critici cinematografici facevano anche politica.

In questi film si sono mostrati uomini creativi, eccellenti registi, che omaggiano la forza femminile, proprio quella fisica, che salva il mondo (Olmi) o lo punisce perché quella forza punisce (Tarantino) o perché tanto il mondo è un cane feroce che sbava (Von Trier). E’ interessante questa svolta, a diversi anni da Thelma e Louise che lasciò gli spettatori interdetti: ma quelle violentone alla fine si buttavano nel burrone! E il dibattito femminista fu: muoiono o volano? Oggi, non c’è dubbio, tutte e tre le protagoniste vanno in paradiso, armate di spade, cannoni e pistole. In paradiso e dappertutto.

Non si può dire che non sia divertente.