Documento dell’assemblea del 13 febbraio 2007  



L’assemblea di Usciamo dal silenzio si è riunita il 13 febbraio per discutere pubblicamente del regolamento  votato in Regione Lombardia che ha permesso al presidente Roberto Formigoni di affermare che “tutti i feti avranno una sepoltura”. Il nuovo regolamento funerario infatti fa obbligo al personale sanitario di sottoporre alla donna che ha effettuato una interruzione di gravidanza e al suo compagno la “libera scelta” tra la sepoltura privata o in fossa comune  a cura della  struttura sanitaria del materiale abortivo e del feto.

Ancora una volta le donne, che portano la vita nel mondo, sono ricacciate indietro nella storia, relegate al ruolo riproduttivo e, laddove decidano di interrompere una gravidanza secondo le procedure previste dalla legge 194, accostate alla morte attraverso il rito della sepoltura, che sta nello spazio pubblico, in un  chiaro intento punitivo e colpevolizzante.

L’assemblea di Usciamo dal silenzio intende riaffermare:

§         La libertà delle donne di essere o non essere madri;

§         La libertà da gravidanze indesiderate, frutto di una sessualità che si vuole solo subordinata alla riproduzione e ancorata alla famiglia tradizionale, come l’ostilità al riconoscimento delle coppie omosessuali documenta.

§        Nel concreto del regolamento varato dalla Regione  che  costituisce una  grave lesione  all'autodeterminazione delle donne  e di cui è chiaro l'intento punitivo,  l'assemblea di Usciamo dal silenzio  rivendica

§         La libertà di elaborare una perdita (subita o responsabilmente scelta) secondo il proprio intimo e privato percorso. Non può esserci imposizione di un rito pubblico a chi non è giunto alla vita .

§         La libertà di essere o non essere informate sul destino del materiale abortivo. L'obbligo di informazione da parte del personale sanitario  e di scelta da parte della donna e del suo compagno nega  appunto questa libertà e può costituire un aggravio di fatica psicologica che va assolutamente evitato. L’informazione si configura come diritto, non come obbligo, e attiene alla relazione fra chi opera nella sanità e la donna che si rivolge a lui o lei: tanto più se l’informazione riguarda quello che resta da una procedura medica, materia che in Italia non ha attualmente alcuna normativa.

§         Nel caso in cui invece la donna  richiedesse di essere informata del destino del materiale abortivo, va  ampliata la  sua libera scelta, prevedendo anche la donazione a scopo di studio e ricerca scientifica; cosa che già avviene sulla base di accordi privati fra Istituti Scientifici.


 

Usciamo dal silenzio

 


 

COMUNICATO STAMPA

 

 

FUNERALI  DEI FETI O FOSSE COMUNI? LA REGIONE LOMBARDIA CONTRO LE DONNE.

La mobilitazione di Usciamo dal Silenzio.

 

Assemblea il 13 febbraio

 

 

Accade in Lombardia, ma non è certo una vicenda locale da esaurire con qualche botta e risposta e scomparire dai giornali in un battibaleno. 

Accade in Lombardia, ma ha un tale impatto simbolico e concreto sulla vita delle donne e significa per ciascuna di noi essere ricacciata indietro sulla strada faticosa che continuiamo ostinatamente a voler percorrere.

 

Accade in Lombardia, terra formigoniana, ma stavolta accade con il voto dei consiglieri regionali di opposizione.

E così il nuovo regolamento funerario della Regione Lombardia fa obbligo al personale sanitario di porre alla donna che ha appena effettuato un'interruzione di gravidanza  e al suo compagno la scelta tra un funerale privato del feto anche sotto le venti settimane e l'invio, curato dalla Asl, in una fossa comune.

 

Usciamo dal silenzio ne ha discusso ieri sera in un laboratorio pieno di interventi e passioni: la colpevolizzazione, l'intimidazione che questo provvedimento porta con  sè, ognuna di noi la sente come immediata e profonda offesa. Ci vogliono soggetti colpevoli e comunque soggetti minori: non possiamo non cogliere i nessi con ciò che sta accadendo, ancora una volta, sulla vicenda delle unioni civili, nella riproposizione costante di una subalternità intollerabile alle gerarchie cattoliche in tutti i temi che riguardano il nascere, il morire, le libere relazioni tra le persone.

Quella che è stata la ragione d'essere di Usciamo dal silenzio, quello che ci ha portato in piazza il 14 gennaio, non tanto e non solo l'attacco alla 194, ma la messa in discussione della libertà femminile, si manifesta nella sua urgenza, e urgente ci appare decidere una pubblica strategia di risposta che non conosca timidezze anche rispetto al governo di centrosinistra.

 

Cominceremo a farlo nella nostra assemblea del 13 febbraio (alle 21 alla Camera del Lavoro), ma ci piacerebbe che questo nostro allarme trovasse risposte e proposte nella rete che in quest'anno ha continuato a lavorare.

 

Vi chiediamo dunque non solo di partecipare numerose all'assemblea, ma di coinvolgere le reti del "messaggio in bottiglia" di un anno fa, e di partecipare al dibattito sul sito www.usciamodalsilenzio.org, costruendo così insieme un percorso di iniziativa e di mobilitazione per rompere nuovamente il silenzio e dire con chiarezza che nel nostro paese c'è qualcuno che vuole contrastare la pericolosa deriva che la politica sta prendendo rispetto ai temi delle libertà individuali, della laicità dello stato e della libertà femminile.

 

Milano 6 febbraio 2007

Usciamo dal silenzio

 

 

 


I testi del regolamento:
Regolamento in materia di attività funebri e cimiteriali
DPR n.285/1990 - Regolamento di polizia mortuaria