DALL'ASSEMBLEA DI BOLOGNA
TANTE IDEE...
Abbiamo raccolto dai nostri quaderni alcuni appunti presi durante
l’assemblea delle assemblee di
Usciamo dal
silenzio
che si è tenuta a Bologna
sabato 9 giugno,
nel Convento di Santa Cristina.
Eravamo un centinaio di donne, provenienti da varie città soprattutto del
centro e del nord Italia.
BARI, BOLOGNA, CATANIA, COMO, FIRENZE, GENOVA, LUCCA, MILANO, RAVENNA,
ROMA, TORINO, VENEZIA, le città rappresentate.
L’assemblea di Milano aveva lanciato la proposta dal sito qualche tempo
fa, le donne della rete delle reti di Bologna si sono offerte di
ospitarla.
Gli interventi sono stati numerosi, sei ore di discussione continua:
mettiamo in comune sul sito degli appunti, delle considerazioni…
Lea Melandri
apre l’assemblea: “è difficile distinguere io e noi nel movimento;la
proposta di incontrarci è venuta da Milano, che come tutte le assemblee ha
molte anime, nel lavoro collettivo ci sono diversità e anche conflitti.
Tra i motivi di questo incontro c’è il desiderio di conoscere la rete che
si è costituita in questi quasi due anni. La manifestazione del 14 gennaio
è partita da Milano, ma è stata possibile per la partecipazione delle
donne di tutta Italia. La rete si è costituita, assemblee che si
riferiscono a “ Usciamo dal silenzio” si sono tenute in sedici/diciassette
città.
Il 5 marzo del 2006 c’era già stato un primo incontro della rete qui, a
Bologna; ritrovarsi è l’occasione per capire cosa condividere e come dare
continuità, cosa è successo in questi mesi nelle varie città.
A Milano il percorso è cominciato con le assemblee prima del 14
gennaio; il tema era la questione della 194, dell’aborto, l’accerchiamento
intorno alla questione dei consultori, era un’esplosione dopo una lunga
sopportazione. Si sviluppa poi un dibattito sulla violenza. Il
femminicidio esce dalla cronaca nera e assume rilievo politico.
Si discute di unioni civili e di famiglia, del rapporto con la laicità e
la religione che per il femminismo assumono diverso spessore.
Nelle assemblee si sviluppa anche un rapporto con la politica
istituzionale: per il femminismo questo rappresenta una novità positiva,
il rapporto con le donne della politica è rimasto un punto in sospeso.
Dalla discussione è chiaro che corpo e sessualità non sono più separati
dalla politica istituzionale. Viene allo scoperto nella crisi della
politica, quello che non abbiamo messo a tema noi ci viene “ imposto”
dalla realtà.
"50e50 in qualunque luogo si decide" è un tema chiave; resta da maturare e
discutere come tenere insieme tema con quello della soggettività.
50e50 non deve significare un abbandono delle tematiche precedenti. A
Milano stiamo preparando un manifesto dei perché per esprimere le ragioni
dell’adesione alla campagna del 50e50, nel quale ognuna dice e non si
isola dal corpo del femminismo, ma va a trovare i nessi.
Elena Del Grosso
Rete delle donne di
Bologna.” È vero siamo una pluralità di soggettività, l’incontro
del 5 marzo dell’anno scorso ci aveva lasciato un po’ perplesse e l’idea
di fare qui, a Bologna, questa assemblea ci ha dato forza. Perché l’idea è
quella di rafforzarci, se non vogliamo scomparire bisogna rimettere
insieme le forze. La rete fra donne non è solo a partire da Usciamo dal
Silenzio, ha una propria lunga storia. Quello che ci ha tenuto insieme
sono i diritti e la libertà femminile, la difesa della 194 e dei
consultori. Vogliamo segnare i confini della politica, i temi che, detti “
eticamente sensibili”, si mostrano essere “ politicamente sensibili”, e
ridisegnano il potere.
Essere una soggettività politica in grado di aggregare su un tema crea un
nodo politico. Questo soggetto donne è un problema per la politica
italiana ma anche per le altre donne che appartengono ad altri luoghi.
A Bologna c’è un’assemblea cittadina partecipata, c'è stato un incontro
l’8 marzo; nei momenti clou le donne ci sono come soggetto politico:
bisogna fare i bilanci di genere di quartiere, un problema sono i soldi
delle donne!
I luoghi della politica sono tanti: reti e comitati cittadini come è per
Vicenza, lì le donne ci sono.
Come si declina il dentro-fuori delle donne dalle istituzioni? Un rapporto
che non è facile. Il 50e50 nei processi decisionali pone anche qui la
questione dei rapporti. Alle donne nelle istituzioni non abbiamo mai dato
delega, quale fiducia, quale autonomia, quale lealtà ( + che fedeltà) nei
confronti di chi è nei luoghi istituzionali misti, politica alta a e
politica dal basso.
Come entrare ed innovare nei luoghi istituzionali, come
deistituzionalizzare questi rapporti. Sono luoghi istituzionali i
partiti,i sindacati,le associazioni: soggetti giuridicamente riconosciuti.
Come si prescinde dalle proprie appartenenze di origine?
L’8 marzo l’assemblea ha deciso di sì per il 50e050, è strumentale
esserci, senza massa critica scompariamo dalla politica, con il 15% siamo
diventate una “questione femminile”.
Nei vari cantieri i diritti sono scomparsi: i temi che vengono ripresi
sono lavoro, legge elettorale e ambiente.
I giornali di Bologna hanno spaccato il movimento sulla violenza.
Quali rapporti teniamo con le migranti?
Dopo questi interventi
introduttivi riportiamo in forma più sintetica gli interventi seguenti,
ognuno di seguito all’altro:
A Como si è formato un Senato delle donne. Su 533 candidati, 136
erano donne: ne è stato eletto solo lo 0,75% = 4 candidate elette!!!!!!!
Da questi dati cercano di ripartire. Alle prossime elezioni promuovere una
lista di sole donne.
A Venezia il collettivo “Vengo prima” mette al centro il problema
delle redistribuzione del reddito, i diritti economici delle donne sono
calpestati, c’è impoverimento delle donne.
Precarietà dei contratti di lavoro. Chiediamo il 50e50 e dopo si vedrà.
Torniamo in strada. La politica è vero è anche ambiguità, ma ci dobbiamo
entrare, non c’è altro sistema.
Si riprende la questione del denaro anche a Bologna, Simposi sul bilancio
di genere, le famiglie monogenitoriali sono povere, e sono soprattutto
donne. Una volta con il part time si campava, ora no, ansia di produzione
anche nelle riunioni, di come guadagnare si parla sempre. Negli anni 70 si
guadagnava meglio e avevamo più tempo per la politica.
Si è formato un comitato “ la città delle donne” a Lucca.
Partecipazione soprattutto di studentesse nella preparazione di "donnamostra”,
gruppo di lavoro e comitato: tutti fanno parte dell’Unione durante le
campagne elettorali, il programma si fa anche con la Margherita.
Gli obiettivi più importanti di una campagna: violenza, servizi e P.O. sul
territorio.
A Firenze si fa riferimento non a Usciamo dal silenzio, ma a “
libere tutte”; il movimento è un soggetto, la rete è un modello su cui il
movimento funziona. Messo a tema la laicità. Sono sempre stati
fondamentali i luoghi delle donne e i luoghi istituzionali, come già fu
nell’esperienza del gruppo ONDA. Mettere a tema la sicurezza, usare la
riflessione femminista di Tamar Pitch.
50e50, quote rosa, clausola antidiscriminatoria e democrazia paritaria,
non sono la stessa cosa e non sono in scala!
Convinzione per la proposta UDI, è perché anche la cooptazione avviene per
dosi omeopatiche!!
Modificare la qualità della politica per una diversa qualità di gestione
della politica e dare un senso alla rappresentanza. Cambiare le nostre
pratiche di rapporto con le elette, donne sono portatrici di esperienze
politiche non istituzionali, lavoro di base, condivisione delle decisioni,
qualità della politica come qualità di gestione della cittadinanza. Noi
dobbiamo infarcire i luoghi istituzionali di donne.
Lo SPI CGIL ha un coordinamento di donne, lavoro nel territorio:
far uscire le donne dal lavoro di cura, dalle case. Noi paritarie come
obiettivo, arrivano ora le donne della generazione del femminismo. Aderito
con convinzione alla proposta UDI, perché la democrazia paritaria è
diversa da quote rosa. 50e50 incontra le donne giovani, che hanno
un’identità forte, fanno esperienza paritaria nella scuole e
nell’università. Noi lottiamo contro la precarietà delle giovani,la
povertà delle donne, per i servizi. Temi centrali la laicità e la
famiglia. Libertà di decidere del proprio corpo,libertà di decidere di
lavorare, è fondamentale l’autonomia reddittuale delle donne. Reagire a
questi attacchi teodem, prendere iniziative pubbliche.
La vicenda dell’omicidio della donna di Perugia, barbarie fare l’esame del
DNA del feto. Ritorna idea dell’attenuante del delitto d’onore? Scendere
in piazza! Discutere tra noi, ma riprendere iniziativa fuori, le donne si
sentono sole. Siamo sotto attacco!
Autonomia di questo movimento e soggettività politica che si dà
continuità. Abbiamo rapporti con istituzioni, con sindacati, poco coi
partiti a parte PRC, movimento delle donne si pone come cerniera al posto
dei partiti. Su 50e50 ci sto, no sulle quote, no su antidiscriminazione,
ma 50e50 perché è cittadinanza…. Ci andiamo per portare spostamento,
cambiamento, differenza. Accanto a 50e050 fare un’agenda e dei patti con
gli uomini: temi di biopolitica e di economia di vita. Soggettività
femminista nel sindacato sui temi della precarietà. Democrazia praticata.
Livello cittadino e nazionale non sono i livelli globali.
Il nostro stile di vita, intrecci ai temi del futuro della terra,
dell’aria, acqua, cibo. La sopravvivenza è legata alla cura della terra.
Ma anche povertà e mercato.
Il femminismo ha parlato un linguaggio incomprensibile, 20 anni da
aristocratiche: mentre il linguaggio della mobilitazione sull’aborto lo
capivamo tutte. Sulla violenza bisogna dire che è un problema politico
culturale maschile. Governo del paese è una grande famiglia, osare il
senso comune, proporre i bilanci di genere. Forza simbolica delle parole.
50e50 obiettivo a cui
tenere, quantità non è necessariamente mancanza di qualità. Coordinamento
delle parlamentari di PRC, Forum delle donne nel partito, rete femminismo
della sinistra europea.
Donne che sono impegnate politicamente devono proporsi i problemi di
scenario, la situazione di questo paese è brutta per le donne. Il
femminismo oscillante rispetto alla presenza nello spazio pubblico.
Proposte operative, bisogno di novità politica, processi di cambiamento
nei vari partiti. 50e05 va inserito in un dibattito generale, buona
invenzione politica, aggrega donne diverse, se le femministe non sono
schizzinose sulla politica in questo paese vige una cappa di patriarcato.
Fare la mobilitazione del 50e050 per una qualità della vita. Trasformare
la politica, fare una grande manifestazione a Roma in settembre-ottobre.
Ce la facciamo? E' un corridoio per salvare la trasformazione della
politica.
Costituzione di una
commissione della salute delle donne al Ministero della Salute come
segnale di una risposta alle attese delle donne e ai temi posti
nell’ultimo anno soprattutto da parte del movimento. Sviluppare delle
pratiche che il movimento ha con le donne che nelle istituzioni lavorano,
relazione con i luoghi pubblici.
Tema della rappresentanza con 50e050 ha una straordinaria forza
dirompente, non è più le quote, cioè non dice “mi coopto in un luogo”, ma
decide che cambia il punto di vista sulla rappresentazione della realtà,
cambia l’ottica da tutela a diritto, da recinto a rappresentanza. Politica
tra le donne, cambiando un linguaggio. Che rapporto c’è tra i movimenti e
perché Usciamo dal silenzio si considera un movimento, le diversità che
vengono mantenute. 50e50 sollecita e offre una rilettura dei significati
della politica; ora individuare degli obiettivi e darsi degli strumenti da
parte di un movimento che ha la capacità di stare sulle cose che succedono
nella realtà. Contraddizioni tra individuare un obiettivo ed essere in
grado di esercitarlo. Politiche per la famiglia decideranno della nostra
libertà, ragionare sulla manifestazione e non lasciare ad altri luoghi la
mediazione.
Cittadini sono portatori di diritti, i partiti sono strumenti per
condividere la sovranità.
Parole ricorrenti: corpo,
povertà, rappresentanza, centralità della materialità della vita nelle
nostre vite e nelle assemblee. Preparazione della manifestazione del 14
gennaio parlava della vita e non solo di 194, di libertà femminile, di
concedersi spazio per la politica. Quando parliamo di 50e50 stiamo
parlando di intreccio tra spazio pubblico e vita quotidiana. Molte non si
riconoscono nella politica e si sentono estranee. Manifesto dei perché,
riporti le contraddizioni e i desideri delle donne di fare politica.
Affezionate al tema del linguaggio e della comunicazione. 3 giorni nello
spazio pubblico donne politica e passione, assemblea “politica tra
desiderio ed esperienza”.
Temi trasversali sono
l’economia di vita delle donne, i soldi delle donne. Democrazia paritaria
come caratteristica dirompente e radicalità, permette anche di confliggere
tra donne.
Le conclusioni di Lea Melandri dicono della contentezza per l’incontro che
si è realizzato, colpita dalla concretezza, convinta anche lei che si
possa arrivare all’autunno con una manifestazione sui temi di 50e50 e sui
nessi che anche nell’assemblea sono stati ricordati. Abbiamo un sapere
sulle tematiche della vita pubblica, sappiamo che la crisi della politica
porta al populismo, abbiamo riportato alla politicità le zone
dell’impolitico.
PAROLE
CHIAVE degli interventi
13/06/2007
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