Enrica Tunesi: ‘Ditelo anche alle altre’

Franca Fabbri

 

Nel pomeriggio di sabato 23 Marzo 2013 il gruppo Lud di Cernusco si è ritrovato, folto come sempre, presso la biblioteca locale per ricordare Enrica.
Era in quel luogo che, per oltre dieci anni, ogni giovedì mattina, lei ci raggiungeva per parlarci delle sue ‘amiche di carta’: così usava chiamare le scrittrici che più amava e che aveva scelto per noi.

Ci siamo disposte in semicerchio, come usavamo fare con lei; non ci aspettavamo che, in una giornata tanto umida e piovosa, la saletta che ci ospitava, la più grande della biblioteca, si sarebbe rapidamente riempita di parenti e amici di Enrica. Il cerchio, in cui istintivamente ci eravamo disposte come fossimo in attesa di Enrica, ci ha fatto sentire ancor più legate a lei.
Quando sono iniziati i nostri ricordi, un susseguirsi di pensieri sono usciti spontanei, alcuni improvvisati, altri letti da appunti annotati in precedenza.

Carla Lucca ha ricordato la prima lettura suggerita da Enrica: Anna Kavan, la cui conoscenza per alcune di noi fu quasi traumatizzante, ma si rivelò poi molto coinvolgente quando Enrica sciolse i nostri dubbi e rispose ai nostri interrogativi.
Seguì Lorenza Mazzetti con ‘Il cielo cade’ dove è narrato l’ultimo tempo del fascismo, con la guerra vicina alla grande villa dove le due piccole protagoniste si trovano davanti all’esperienza dell’orrore. Un libro che ‘nella sua magica e poetica semplicità contiene come un’idea da farne il nucleo per un nuovo patto di civiltà: dalle possibilità della Storia sia bandito tutto quello che un bambino non può spiegare, entro la sua mitologia’.
E’ significativo e non casuale che Enrica abbia iniziato il suo splendido lavoro con noi scegliendo due grandi temi che da sempre affliggono l’umanità: la malattia e la guerra.
Le altre scrittrici presentate da Enrica sono state evocate da noi tutte: le Austen, le Atwood, le Munro, le Nothomb, le Bronte, le O’Connor , le Nemirowsky e la Shelly con il suo adorabile Frankenstein.

Miranda ha riferito parole di Enrica che mi hanno colpito sopra ogni cosa: quando lei e Carla sono andate a trovarla, a pochi giorni dalla morte, ha affidato loro un compito: “Riferite a tutte le altre che non è difficile, si sa che si deve morire, non sono triste, ho vissuto una vita, non è difficile…”
Parole rare sulla bocca di chi ha piena consapevolezza della propria imminente morte; esse ci sorprendono anche per il coraggio e la modalità con cui  Enrica le ha espresse: mentre le pronunciava offriva il tè alle amiche, seduta sul letto, curata nell’aspetto, leggermente truccata, disposta ancora ad ascoltare le sue visitatrici…

Perché dunque si continua ad aver tanta paura della Nera Signora ?
Perché si continua a chiamarla con altri nomi o a evitare di parlarne?
Ricordo che, anni fa, la Lud organizzò un seminario dove si affrontava l’argomento: era condotto da Maddalena Gasparini e Marina Mariani e molto ci coinvolse, ma tutto finì in quel pomeriggio e l’argomento non fu più ripreso.
Allora, desiderando parlarne, chiesi a qualche coetanea di incontrarci per discuterne, ma ricevetti solo decise risposte negative. Eppure bisogna pensarci: la vita la creiamo noi donne, a noi il compito di chiuderla nel miglior modo possibile!

 P.S. Dobbiamo a Sisa e a Luciana la pubblicazione del testo ‘Enrica e le sue amiche di carta’ presentato durante questo incontro indimenticabile.

Milano, 3 Aprile 2013


 

 

Enrica e le sue amiche di carta. Ricordi, lezioni e scritti di Enrica Tunesi,
a cura di Sisa Arrighi e Luciana Percovich.
Libera Università delle Donne, dicembre 2012, pag. 192, € 6

letture di
Liliana Moro
Rosaura Galbiati

Presentazione del libro di Enrica presso la Biblioteca di Cernusco
Rosaura Galbiati

 

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