Considerazioni su Habemus Papam, il significato del Materange e la politica delle donne riscoprendo la Madre metafora della Vita.
Tutti recitano, negano la realtà ed indossano maschere “Il mondo è un teatro” e lo psicologo, cita Darwin, < Nessun senso, nessuna consolazione in questa vita> ribadendo una completa “perdita di senso” che non può essere più riempita dalle Virtù Teologali della Fede e della Speranza , né da altro. Certo è che, i grandi Patriarchi delle Religioni monoteiste, della Psicoanalisi e della Scienza che si erano combattuti l’un l’altro, non salvano più nessuno, troppo vecchi, distanti, autoritari, violenti… sotto la loro guida la terra è stata stuprata, le sue immense ricchezze e bellezze distrutte, malgestite e monetarizzate a totale beneficio di una esigua minoranza; più di metà della popolazione donne, bambine/i usati, violati ed uccisi; gli animali, sfruttati, torturati e fatti impazzire in un mondo di “umane” atrocità. In questo perenne Mega Show degli orrori che l’uomo ha creato, forse non è più il caso di aspettare seduti in platea o in palcoscenico che arrivi God-ot. E quel Celestino V del Gran Rifiuto in una Commedia divina e troppo umana, non era stato poi tanto folle. Sebbene “the show must go on” ed il conclave stesso sia una grande rappresentazione, con milioni di spettatori che reclamano l’uscita sulla scena del primo attore, aleggia il bisogno di un rinnovamento profondo e, in un cambio di scena, il primo attore, potrebbe anche mutare ed essere nuovamente…la prima donna… L’inizio del cambiamento arriva in Vaticano col vento che porta la voce impastata di tuono e cannella di Mecedes Sosa, che canta in “maternese”, la lingua primordiale, ed annuncia la buona novella che Todo Cambia, <Tutto cambia, tutto cambia, ma non cambia il mio amore… né il ricordo né il dolore della mia terra e della mia gente.> E qui vale la pena ricordare che, in principio fu la Grande Dea Madre, potentemente effigiata nelle statuette paleolitiche o nelle Dee Polimastiche il cui corpo era rigogliosamente ricoperto di mammelle, di piante ed animali. La Dea era il creato nulla esisteva fuori di Lei, così fu per un tempo infinito. Poi, lentamente, iniziò il passaggio, dalle pacifiche egualitarie società matrifocali, alle bellicose gerarchiche patriarcali, stigmatizzato dalla sostituzione, nelle braccia della Dea, della figlia col figlio. Molti millenni dopo, il figlio, ormai adulto, regna a fianco della Madre, e lentamente le ruba gli attributi simbolici e fisici, fino a sostituirsi a Lei sempre più. Fino a detronizzarla completamente con le Religioni monoteiste ed a farne un demone tentatore, fino a privarla addirittura dell’anima, della sovranità sul suo corpo, sui suoi figli, sulla sua vita. Moretti auspicherebbe, quindi, un passaggio dagli scenari apocalittici dello straordinario film di Elio Petri, Todo Modo, dove solo la mattanza generale può condurre all’auspicato azzeramento dei vertici del degenerato potere, ad un rinnovamento spontaneo e profondo di mentalità riecheggiante le parole di S. Paolo ( non per questo meno maschilista) sulla Carità, l’Amore, la terza e più importante Virtù Teologale: < Quand’io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli…Quand’io avessi il dono delle profezie e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza …se non ho carità, non sono nulla.>. Emblematiacmente Michel Piccoli aveva recitato anche in Todo Modo, nella parte di un personaggio sinistramente enigmatico, Lui, che interrogava il mefistofelico Don Gaetano proprio sulla fede. Si dovrebbe iniziare proprio dal Potere religioso il primo che ci è stato tolto… E se dalla testa confusa e smarrita del Padre, alla fine, nascesse, ( anche questo è stato un bizzarro tentativo maschile di appropriarsi della maternità femminile), una novella Atena, come già in passato, a reclamare quel potere strappato alla Grande Madre? Nella mitologia greca, escludendo i pochi Dei principali, tutti, accompagnati ancora da gentili potenti Signore, la Vita e la Morte, il Destino, la Terra ed i suoi frutti, l’Amore, la Famiglia, la Cultura, le Arti, le Scienze etc. erano esclusivamente, in mano a divinità femminili. Queste Dee, rappresentanti i poteri smembrati dell’unica Grande Madre primordiale, testimoniavano l’arcaica memoria che la cultura ed il linguaggio sono una creazione femminile derivata dal lavoro di cura e che la presenza delle donne è sempre civilizzatrice. Sopraffatti dall’intrinseca umana fragilità e transitorietà, è di questa Madre che, sembrano avere bisogno gli uomini, la società, il Potere stesso, e dell’amore incarnato nella vita reale da milioni di donne dalla notte dei tempi. Si dovrebbe riconoscere apertamente a noi donne l’incommensurabile capacità di Maternage, basterebbe sentirsi amate e ringraziate di cuore dagli uomini per un lavoro che non ha prezzo; basterebbe non essere più insultate, denigrate, maltrattate, rinchiuse nel burka, nella povertà, nell’ignoranza; basterebbe non essere violentate, infibulate e uccise; basterebbe avere stipendi equiparati a quelli maschili, ricevere il Tesoretto dei Fondi di Età Pensionabile, etc.; aver accesso al 50 % nei consigli di amministrazione, in Politica e nel Governo. Ma, in primis, raccomanderei alle donne, di cominciare a com-prendere ed a sentire interiormente l’ancestrale sapienza e potenza del Maternage e l’autorevolezza che ne deriva. Recentemente due interessanti articoli di Federico Fubini e Letizia Paolozzi sottolineano, appunto, che occuparsi delle vulnerabilità non è solo sfruttamento, che il lavoro non è solo quello salariato ma qualcosa che <semina tanti lasciti simbolici in uno scambio che ha la qualità dell’affetto… in un mondo come rete di relazioni. >.Ciò non significa deresponsabilizzare le istituzioni ma sapere comunque che ilMaternage si ripaga con la qualità della nostra vita, delle nostre relazioni, si ripaga col risanamento del pianeta e di tutti i suoi abitanti, si ripaga con una straordinaria “ pienezza di senso della Vita” che deriva dal fare ciò che è giusto e che crea benessere, armonia. Il Maternage comprende sopratutto il prendersi cura, in prima persona del Paese, dello Stato, facendo a 360 gradi la “politica delle donne” ed abbandonando l’invalidante pregiudizio e il timore che le donne hanno, in particolare quelle di sinistra, del Potere, tanto da consegnarlo spontaneamente e costantemente agli uomini. Le donne sono state fatte potenti dalla Natura ed è questo che ha scatenato l’invidia e l’odio maschile. Mi sembra perfetto quindi il richiamo ad una storia medievale e ad un film, La Papessa, in cui la leggendaria figura di colei che prenderà il nome di Giovanni VIII, ben incarna in sé: il Potere, la potenza, la sapienza, la scienza, il materange e la maternità. Come ha ribadito la Bocchetti ” Non c’è possibilità di affidamento politico tra uomini e donne. Nessun uomo può parlare al posto di una donna.” E se le donne non lo capiscono ora, non si lamentino dopo. La Storia non aspetta.
17-05-2011
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