Quando c'è la guerra, dove sono le donne?

LETTERA APERTA A VITTORIO ZUCCONI
di Raffaella Mauceri


Käthe Kollwitz


Caro Vittorio,
fermo restando che sei uno degli esponenti più brillanti e intelligenti del giornalismo italiano, non ti nascondo però che questa volta mi hai delusa.

Mi riferisco al tuo pezzo sulla Repubblica delle donne dove ti chiedi, quando c'è la guerra, dove sono le donne. Potrei dirti semplicemente: Appunto! Non ci sono! A voi l'onore della responsabilità.

Ma voglio dirtelo dove sono. A parte le giornaliste che sempre più numerose stanno in prima linea a raccontarla, le donne stanno nella 'Marcia mondiale delle Donne' contro la violenza e tutte le guerre. Una Marcia istituzionalizzata che sta facendo il giro delle capitali del mondo. E detto per inciso, a quella di Genova ho partecipato anch'io in carne ed ossa. Le donne stanno nell'associazione 'Donne in nero', temerarie che hanno scelto di portare il lutto permanente e che si spingono a dare soccorso nelle zone ad alto rischio.

Negli anni 70 le donne stavano accampate a turno, per mesi e mesi, vicino alle basi Nato (quella di Comiso sono riuscite a farla smantellare) facendo pacifiche manifestazioni di protesta, e stavano nei movimenti per l'obiezione di coscienza finché è passata la legge sul servizio militare volontario. Le donne stanno in tutte le fiaccolate dove si chiede la pace e in tutte le chiese dove si prega per la pace. Le donne stavano e stanno là dove si piangono i figli ammazzati, ammazzate anche loro dal dolore più insopportabile della vita. Ma soprattutto le donne stanno a casa a fare un lavoro immenso che dura anni e anni: educare i figli ad aborrire la guerra. E scusaci se è poco.

Dove non stanno le donne? Non stanno nei luoghi di potere dove si schiaccia il bottone che dà il via alla carneficina. E' colpa nostra? Non so, giudica tu. Chissà perché però, di questi tempi sono tanti e sempre di più gli uomini cui fa schifo la guerra.
Alle donne non è mai piaciuta, con la differenza che una volta le dileggiavano, povere femminucce codarde e paurose che non avevano il fulgido coraggio degli uomini. Oggi invece spunti tu, Vittorio, e ci chiedi dove stiamo.

E a questo punto mi dirai che la Tatcher è una donna. E allora? A fronte di una storia costellata di carnefici maschi, la Tatcher fa ridere i polli. A meno che tu non mi faccia i nomi dei corrispettivi femminili di galantuomini come Torquemada, Jack Lo Squartatore, Hitler, Stalin, Pol Pot, Franco, Milosevic, Saddam Hussein, Bin Laden, Bush, Pinochet, ecc... Volendo cominciare da più lontano, sarei tentata di partire da Caino passando per Erode, Nerone, Caligola e così via. Potrei anche aggiungere che il 92% della popolazione carceraria è maschile, che la violenza domestica che colpisce donne e bambini è agita dagli uomini al 98%, che il saccheggio delle risorse planetarie, l'inquinamento dell'intero pianeta, lo sterminio degli animali è opera degli uomini, ecc... ecc... ma mi fermo qui.

Perché voi uomini vi rifiutate di riconoscere che la violenza è una caratteristica squisitamente maschile? La Tatcher e qualche altra bellimbusta non vi sembra un po' pochino per controbilanciare la colossale valanga di violenza con cui gli uomini infestano quotidianamente la vita umana?

Gli uomini non violenti come te e molti altri che conosco, potreste fare invece una cosa degnissima e soltanto quella: prendere le distanze dai guerrafondai. Solo questo vi chiediamo. Alcuni lo fanno già e senza il minimo problema. Ma quando verrà il giorno che lo farete tutti? Dicono che la violenza e la guerra si scatenano più facilmente in un ambiente barbaro. Barbari sono gli ambienti dove la parola delle donne non conta, né conta la loro vita, la loro integrità e la loro dignità. Cioè più o meno tutti.

Io ho scelto di fare un volontariato forse il più radicale e duro e faticoso che ci sia perché dentro di me il senso della giustizia urla così forte che quasi non riesco a sentire altro, ma se qualcuno pensa che una donna che lotta per le donne non riesce a riconoscere una carogna femmina quando ce l'ha davanti, delle donne come me non ha capito niente. Forse che i negri sono tutti santi? O gli ebrei sono tutti aureolati? Questo però non giustifica gli orrori che negri ed ebrei hanno dovuto subire. A maggior ragione niente può giustificare le iniquità che sono state inflitte alle donne, dal momento che nessuna categoria umana ha dovuto subirne di più.

Potrai ribattere che Torquemada non era donna solo perché l'accesso al potere era precluso alle donne, e quindi che le donne avrebbero compiuto meno misfatti perché non avevano (e non hanno) il potere che hanno gli uomini. Se invece l'avessero.... Ma vedi, caro Vittorio, una cosa è parlare all'indicativo e un'altra è parlare al condizionale e al congiuntivo: il discorso si svolge su due livelli, sistema piuttosto vecchio ma nient'affatto corretto. E' un po' come dire che se mia nonna avesse le ruote sarebbe un motorino.

La verità è che quando le donne al potere sono pochissime, come di fatto sono, hanno ben poco da scegliere, devono omologarsi o soccombere e sparire. Perché giocano la partita con un mazzo di carte che non hanno inventato loro, le regole del gioco le hanno stabilite i maschi che dovunque c'è qualcosa da 'giocare' sono in schiacciante maggioranza. Per cui le donne dovrebbero riuscire a riportare equità e giustizia laddove le regole sono già inique e ingiuste, e questo in condizioni di inferiorità numerica. Ti pare facile? 
 
Ma c'è di più. C'è che gli uomini le vogliono proprio così: come loro. Infatti non solo propongono e incoraggiano modelli di donne aggressive, senza scrupoli e mascoline (appunto) ma le sfidano sul piano della corruzione, dell'ingordigia, dell'egoismo, del narcisismo, della violenza e della guerra.  Per poi rinfacciarglielo. E il cerchio si chiude.

Alla fine, quando le donne 'si fanno venire le palle', allora si lamentano e dicono di essere spaventati da queste donne valkirie/amazzoni/capitani-d'impresa/amministratrici-delegate e così via, che prendono l'iniziativa, che vanno a vedere i California Dream e che danno perfino il pizzicotto nel sedere al dipendente.

Le donne kapò erano alcune decine, le streghe orrendamente torturate e arse vive sui roghi sono state centinaia di migliaia e le donne pestate, mutilate e ridotte a spazzatura sono milioni di milioni. Tu mi dirai che anche gli uomini ridotti a spazzatura sono milioni di milioni, ma non ce li hanno ridotti le donne, ce li hanno ridotti altri uomini titolari dello stesso identico 'pistolino' (arma e pistola insieme). E i bambini? Chi li abusa, chi li sfrutta, chi li sevizia? Lo sai quanti sono i pedofili? Milioni.

Analogo discorso per lo stupro.  'Non tutti gli uomini sono stupratori' ripetono inviperiti i maschietti a tutti i convegni. Vero, ma tutti gli stupratori sono uomini (e anche i serial killer). E molti di quelli che non stuprano, non lo fanno solo perché hanno paura di essere beccati, ma lo
fanno vicariamente guardando le riviste porno, i film porno e i siti porno.
Beh, se le donne non fossero così istupidite da 7000 anni di tortura fisica e mentale, dovrebbero dire basta e riprendersi la centralità (non il potere) che avevano prima dell'avvento del patriarcato.

Ma non è mica facile. La consapevolezza femminile è un discorso iniziato da appena 30 anni, che vuoi che siano davanti a 7000? Che vuoi che siano quando si combatte senza soldi e con le scarpe rotte? Le donne in politica contano poco o nulla ma di inquisite non ne conosco. E il mio atroce sospetto è che le donne in politica continueranno a contare poco o nulla fino a quando non saranno parassite, disoneste e ladre come tanti uomini.

Che diavolo devono fare per essere il 50% al governo e in parlamento non è dato saperlo.