di Sara Sesti
Giovedì 27 febbraio 2003, è stato assegnato a Parigi per la sesta volta il premio "For women in science", promosso nel 1998 dall'Unesco e dal gruppo L'Oréal al fine di incoraggiare la presenza delle donne nella ricerca. Il prestigioso riconoscimento, viene conferito ogni anno a cinque illustri scienziate (una per continente) selezionate da 800 candidature. Nella stessa occasione vengono assegnate quindici borse di studio a giovani ricercatrici provenienti da tutto il mondo. Il presidente della giuria è stato il Nobel per la fisica Pierre-Gilles de Gennes, a sottolineare la novità di questa quinta edizione: l'apertura alle scienze della materia di un premio destinato in precedenza soltanto alle scienze della vita. Nell'ultimo anno la situazione della ricerca scientifica non è certo migliorata: i finanziamenti sono diminuiti un po' ovunque e in alcuni paesi, come il nostro, le condizioni di lavoro degli scienziati sono peggiorate. Per quanto riguarda le ricercatrici, sebbene il numero di dirigenti di ricerca sia in crescita, l'obiettivo di una corrispondenza diretta fra capacità scientifiche e opportunità di carriera è ancora molto lontano, confermando i dati del rapporto Etan secondo cui, per ottenere lo stesso livello nella carriera scientifica o accademica, una donna deve essere 2,6 volte più brava dei colleghi maschi. L'iniziativa "For women in science" quest'anno presenta due fatti positivi: la consistenza dei premi è raddoppiata: 100 mila dollari alle ricercatrici affermate e 20 mila dollari alle borsiste, inoltre l'ampliamento alla fisica delle discipline premiate è in contro-tendenza rispetto al luogo comune secondo cui le donne sono brave solo a "spipettare", a "coltivare cellule" in laboratorio o a contare le stelle in cielo. Confermando l'importanza dell'istituzione del premio "For women in science", non possiamo nascondere che ci appare comunque come un "risarcimento" rispetto ad un passato che ha spesso disconosciuto l'operato femminile in campo scientifico. L'assegnazione del Premio Nobel, istituito nel 1901, infatti ha riguardato in un secolo soltanto dieci scienziate, discriminando altre ricercatrici che non cui il Nobel è stato negato pur avendo preso parte a progetti premiati. Nobel
Negati
Oltre
alle vincitrici del Nobel, in questa occasione desideriamo
ricordare i "Nobel negati", scienziate di rilievo
come la biologa molecolare Rosalind Franklin, l'astronoma Jocelyn
Bell-Burnell, le fisiche Lise Meitner e Chien-Shiung Wu, che videro
premiati per le stesse ricerche soltanto i loro colleghi maschi. Ecco
in breve come andarono le cose. Jocelyn Bell-Burnell scoprì, quando era ancora studente di Astronomia, i pulsar, corpi celesti la cui apparizione fu del tutto inaspettata, poiché non si inserivano nel contesto teorico dell'epoca. Il Nobel per la scoperta fu assegnato al relatore della sua tesi, il professor Anthony Ewish. Lise
Meitner fu la prima donna ad ottenere la cattedra di fisica presso
una università tedesca. Chien-Shiung Wu partecipò al Progetto Manhattan. Il suo risultato scientifico più importante fu la dimostrazione, mediante un esperimento da lei sviluppato, che il "principio di parità" fino ad allora ritenuto intoccabile non è sempre valido in campo subatomico. Per questa scopera il Nobel andò ai suoi colleghi Tsung Dao Lee e Chen Ning Yang. Annie Jump Cannon (1863 - 1941)
Quello di Mileva Maric è un caso che ha suscitato molte polemiche: moglie del fisico di Ulm per sedici anni, divise con lui i momenti cruciali della formulazione della teoria della relatività. Studiavano e lavoravano insieme, al punto che si definivano "ein stein" ("una sola pietra"). Il lavoro di Mileva si confuse talmente con quello di Albert che non è più possibile ricostruirlo e capire quanto meritasse il Nobel assegnato al marito.
Per approfondire: aggiornato il 4-4-2013 |