Sulle iniziative del 2005/2006

del Gruppo donne del mercoledì

 
Paola Gandolfi

Il gruppo continua a trovarsi tutti i mercoledì alle 15 nel centro anziani di via Ricordi 4, di cui siamo ospiti.

Il 5 ottobre 2005 abbiamo iniziato il corso con Barbara Mapelli sulle “nuove virtù”. La riflessione su di esse era stata già fatta da Barbara nel suo libro “Le nuove virtù”. Noi quindi abbiamo letto, riflettuto, scritto e discusso seguendolo.

La parola virtù suonava poco accattivante alle nostre orecchie (poi abbiamo capito che si tratta di qualità della vita). Se non abbiamo avuto difficoltà a considerare virtù l’amore o il coraggio, per l’umiltà e la dipendenza, la cosa si è fatta più difficile. La distanza, il malinteso ed il tradimento ci hanno proprio messo in difficoltà.

Questo è stato il primo impatto.  Poi ci siamo rese conto che la ricerca del positivo in tali parole era una provocazione e un paradosso, che ci aiutava a riflettere e a capire quali sono i nostri valori, ad aumentare la nostra consapevolezza, ad individuare cosa per noi è bene o male, a prendere atto del fatto che tutte le virtù, anche quelle che più facilmente possono essere definite tali, possono diventare vizi. Allora il tradimento può essere letto come l’accettazione del cambiamento o la dipendenza come il riconoscimento del diritto di cittadinanza per tutti e via andare.

Abbiamo scritto, parlato di noi e ci sono stati momenti di forti emozioni.

Man mano che il lavoro procedeva ci siamo inoltre accorte che, anche parlando di virtù diverse, stavamo esaminando le diverse facce di uno stesso oggetto o forse avevamo tra le mani un filo che si dipanava e collegava tutti i discorsi che stavamo facendo.

La cosa ci è piaciuta tanto che abbiamo voluto continuare, prima come gruppo autogestito e poi di nuovo con Barbara, nei mesi di maggio e giugno, senza un testo da seguire, le virtù erano altre, nuovissime le abbiamo chiamate.

Nel periodo autogestito abbiamo ancora riflettuto sulle vecchie e poi preparato un po’ il terreno per le nuovissime. Barbara ci aveva dato i compiti (un nuovo elenco), noi le abbiamo prese in considerazione e ne abbiamo aggiunto altre.

Ci era piaciuta “la curiosità” e da lì abbiamo ripreso il lavoro con Barbara. Stavolta abbiamo lasciato poco spazio alla maestra (o lei ne ha lasciato molto a noi). La sua funzione è stata molto socratica. Abbiamo scritto e parlato veramente tanto. Il tempo non ci bastava mai. Sul perdono poi non riuscivamo proprio a finire. All’inizio questa virtù ci sembrava una cosa un po’ rancida, melensa, per alcune inconcepibile. Poi siamo arrivate a parlare del perdonare l’imperdonabile, la shoà, gli uomini e le donne, Amos Oz, e chi più ne ha più ne metta.

 

ottobre 2006