Vandana Shiva, Le guerre dell’acqua
di Liliana Moro
 

La guerra, che ci circonda da molti lati, ha imprevedibili radici: per scoprirne alcune, è estremamente utile la lettura dell’ultimo libro di Vandana Shiva: Le guerre dell’acqua.

Si tratta di un’analisi che la scienziata indiana ha condotto su un elemento chiave dell’economia e della vita del pianeta, l’acqua, che è stata ed è tuttora causa di conflitti più o meno espliciti. Se il rapporto guerre-petrolio è stato ampiamente indagato, meno ovvio risulta questo legame tra gli strumenti di morte e un liquido che associamo normalmente alla vita.

L’acqua è una risorsa primordiale su cui si è sviluppata un’antichissima cultura di gestione collettiva per garantire la sopravvivenza di tutti, soprattutto in quei luoghi, come l’India, in cui è meno abbondante. Ora è divenuta oggetto di appropriazione capitalistica e la sua trasformazione in merce non ne ha solo innalzato il prezzo, ne ha anche prodotto la scarsità.  

Molti conflitti tra popoli e fra stati sono sorti da una logica di possesso invece che di condivisione: nel Punjab come in Palestina. Tra Egitto e Etiopia ci sono tensioni per l’uso delle acque del Nilo e per quelle del Tigri e dell’Eufrate sono in conflitto Turchia, Siria ed Iraq.

I dati forniti da Vandana Shiva contraddicono un diffuso convincimento: quello che l’innovazione tecnologica produca miglioramenti nello sfruttamento delle risorse idriche. “In India, proprio quando si è iniziato a investire capitali nei progetti idrici, sempre più villaggi hanno visto diminuire le riserve d’acqua”. Di fatto gli interventi del governo indiano nei villaggi con problemi di scarsità idrica esistono armai da 22 anni ma hanno migliorato la condizione solo di 25 villaggi. Un fallimento di tal genere nasce dalla fiducia nelle tecnologie importate dal cosiddetto Occidente: sono stati scavati pozzi profondi da cui è stata estratta acqua in grandi quantità: tutto bene, quindi. Ma le riserve profonde, sotterranee abbisognano di molti anni per ricostruirsi e ora intere regioni sono divenute completamente aride. In che consiste il vantaggio economico di queste iniziative? Se c’è indubbiamente non riguarda le popolazioni rurali.

Qualcosa di analogo avviene per le dighe, e Vandana ci narra come questo problema non sia limitato all’India e ai paesi del sud del mondo: già da fine ‘800 coinvolse gravemente l’Ovest degli Stati Uniti dove si sviluppò un conflitto, anche guerreggiato, attorno alla costruzione di acquedotti e dighe sul fiume Colorado.

Attualmente la costruzione di dighe gigantesche sui principali fiumi del mondo comporta l’evacuazione di milioni di persone, spostate sovente a grandi distanze dalle valli che devono essere sommerse. Questi cittadini perdono il loro paese, le tradizioni, gli antenati e non beneficeranno mai dell’acqua dei nuovi bacini. I costi sociali ed economici sono giganteschi e gli stati coinvolti non sono in grado di sostenerli, quindi vengono per lo più finanziati dalla Banca Mondiale.

ha partecipato direttamente ad alcuni progetti e ha constatato che “i costi ecologici e sociali superavano di gran lunga i benefici. In linea di massima, i vantaggi venivano enormemente gonfiati per adeguarsi alla logica degli utili sul capitale investito dalla Banca mondiale”.

Questa è una forma di violenza: “Il fatto che al di là dello stato e del mercato esistano comunità di persone in carne e ossa con bisogni concreti è qualcosa che, nella corsa alla privatizzazione, viene spesso dimenticata”.

Attraverso l’analisi dettagliata di casi concreti, la Shiva mostra come la centralizzazione delle decisioni per attuare i progetti delle grandi imprese esclude i diretti interessati e conduce alla negazione della democrazia. Così cresce l’insicurezza e il fondamentalismo.

Citando Gandhi, Vandana Shiva ci ammonisce che “La  terra ha abbastanza per le necessità di tutti, ma non per l’avidità di pochi”.

 

Vandana Shiva,
Le guerre dell’acqua, Feltrinelli, 2003,
pp.158, € 13,50

Il 2003 è stato dichiarato
Anno dell'acqua

Altre opere di Vandana Shiva:

Il mondo sotto brevetto

Vacche sacre e mucche pazze