Riflettere sulla complessità
di Agnese Seranis



Carol Rama

 

C'è qualcosa di profondamente cambiato tra le donne che incontro o che leggo nei giornali. C'è come, se così posso dire, un appiattimento su una linea cosidetta di ' sinistra'. Voglio dire non c'è una discussione che volti e rivolti i problemi cui siamo chiamate a riflettere e ad esprimerci. La fecondazione artificiale o la prostituzione sono degli esempi.


Rispetto alla legge sembra che si debba battagliare per avere una fecondazione artificiale totalmente libera.Così sul giornale Il paese delle donne si parla solo delle restrizioni di questa legge.

Ma se io dico sì alla fecondazione cosidetta 'eterologa', non è un passo verso il controllo degli esseri umani? Se io non avessi potuto avere un figlio e mi fossi rivolta a una banca dello sperma, avrei scelto a caso come lanciare un dado o, inevitabilmente, avrei scelto lo sperma del fornitore la cui presentazione mi fosse sembrata più seduttiva ( una specie d'amore o di colpo di fulmine?). E questa comunque sarebbe stata una scelta tra i già selezionati fornitori della banca. Quando da sinistra dicono le donne che se lo possono permettere andranno all'estero e le altre no.

Ma io sono interessata, invece, a capire meglio che cosa sta dietro alle banca dello sperma o degli ovociti o agli uteri in affitto. Quali sono le implicazioni sociali nel lungo termine e nel breve cosa mi aspetto succederà a quei bambini che cresciuti vorranno sapere chi è il loro padre. Questo allora vuol dire che l'istituzione della famiglia deve diventare più leggera o sparire. Non ricordo più in quale paese è accaduto che un figlio della fecondazione ha chiesto chi era il suo padre biologico e la legge glielo ha permesso. Quando questa possibilità è stata resa pubblica i donatori si sono dileguati. Ed io capisco bene le ragioni.

Mi sembra che questi temi hanno una grande complessità ed è di questa complessità che noi dovremmo occuparci e riflettere. E poi perché dobbiamo coinsiderare 'assoluto' il diritto alla maternità? perché le donne - o gli uomini - ancora si sentono svalutate se non possono avere dei figli ? E così via...

Da anni rispetto alla fecondazione tengo i ritagli con gli articoli dei giornali. Così sul Corriere c'era un quadro dei paesi che non permettono la fecondazione eterologa e tra questi c'erano Norvegia e Svezia. Ed è proprio in uno di questi due paesi che è accaduto che un figlio abbia chiesto di sapere chi era suo padre biologico. Allora credo che dovrebbe essere scritta una legge che impedisce ad un figlio della fecondazione eterologa di sapere chi è suo padre, si dovrebbe utilizzare del semo anonimo e tale dovrebbe restare per sempre. Ma i donatori di ovociti e di seme chi possono essere se non persone che lo fanno per soldi? e dunque certo non persone ricche. e allora?
Eh sì, credo che ci sia molto da discutere.


Questo testo di Agnese Seranis è una e.mail sugli esiti dell' incontro di Bologna del 22 novembre 03, conclusosi con la proposta di organizzare un Convegno sulle Biotecnologie