Se il corpo, la sessualità erano il “nodo problematico incontrato sulla strada della liberazione” nei gruppi di autocoscienza, il trattamento ad esso riservato rinviava a una pratica medica che riproduceva l’oppressione quando non la violenza maschile o, nel migliore dei casi, “un paternalismo che è misura del razzismo nei nostri confronti”.
E’ dall’incontro fecondo fra una coscienza dolorosa e
agguerrita del nostro corpo e la denuncia della materialità che accomuna
le donne oltre l’appartenenza di classe dei loro uomini, che nascono le
prime testimonianze rese pubblicamente (“Basta tacere” era il
titolo di un opuscolo pubblicato a Ferrara nel 1972), le lotte dentro e
contro gli ospedali (a Ferrara, Padova, Udine…) e l’esperienza dei primi
consultori autogestiti e dei centri per la medicina e/o la salute delle
donne. Il rapporto fra il movimento femminista e la rete dei consultori pubblici non fu facile: a Roma e Torino furono occupati degli ospedali per dar conto pubblicamente delle esperienze autogestite; a Milano “la relazione fra l’esperienza realizzata nell’autogestione e la pratica istituzionale –ha detto Ida Finzi in occasione del convegno Percorsi del femminismo milanese a confronto - è stata a una sola direzione: sono state solo le operatrici del pubblico che si sono ispirate al percorso compiuto nei centri autogestiti… nulla è stato fatto da parte del movimento per monitorare e accompagnare l’avvio dei servizi pubblici”.
Del resto anche la pratica del self help, quella
pratica dello sguardo reciproco sui corpi di cui tanto si parlava,
imbarazzava più d’una femminista, e non mancava chi criticava apertamente
il ruolo di “servizio” che i centri svolgevano a fianco del lavoro di
presa di coscienza, rinviando al servizio pubblico la risposta ai bisogni
di un corpo che iniziava a dar voce al proprio desiderio.
Molto del pensiero e della pratica nata nei centri
autogestiti e giunto ai consultori pubblici grazie alle donne che scelsero
di lavorarci, venne eroso nel tempo.
Bibliografia Le operaie della casa. A cura del collettivo internazionale femminista, Marsilio Editore, 1975. Lessico politico delle donne: teorie del femminismo. A cura di Manuela Fraire, Fondazione Badaracco - Franco Angeli, 2002. Dietro la normalità del parto. A cura del gruppo femminista per il salario al lavoro domestico di Ferrara. Marsilio Editore, 1978. La coscienza nel corpo. Luciana Percovich, Fondazione Badaracco - Franco Angeli, 2005. Percorsi del femminismo milanese a confronto. A cura di Anna del Bo Boffino, Guerini Studio Editore, 1996.
Questo scritto è stato pubblicato in
“70 gli anni in cui il futuro è cominciato” n.6/1975.
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