Maria Rosa Menzio

Spazio, tempo, numeri e stelle

di Liliana Moro

 

Maria Rosa Menzio propone un libro sorprendente sotto molti punti di vista: innanzitutto perché unisce scienza e teatro, operazione non del tutto inedita ma certo poco frequentata, forse in omaggio alla credenza diffusa circa l’impopolarità della scienza e la conseguente impossibilità di farne buona divulgazione.

Invece l’interesse delle scienziate per la divulgazione è cosa nota e Menzio si inserisce in questa lunghissima tradizione che possiamo ripercorrere partendo da Margherita Hack e passando per una schiera infinita di ricercatrici che dedicarono energie e tempo a scrivere manuali o traduzioni - come Gaetana Agnesi e la Marchesa du Chatelet – a organizzare corsi, aprire laboratori al pubblico – come Ellen Swallow Richards. Per questa via possiamo giungere fino a Ipazia, che non abbandonò l’insegnamento, quando la furia integralista dei cristiani in ascesa politica rese pericolosa l’attività intellettuale e pagò con la vita la sua coerenza.

Proprio Ipazia è uno dei protagonisti dei testi teatrali presentati in questo inconsueto volume. Una Ipazia reinterpretata in modo del tutto originale, come, del resto, gli altri scienziati messi in scena: Padre Saccheri, logico e matematico ligure vissuto tra il 17° e il 18° secolo, Fibonacci e padre Boccardi, direttore dell’osservatorio astronomico di Torino.

Nelle loro vicende si può scorgere un filo rosso, un sottile e pulsante filo che lega la terra al cielo, lo spazio al tempo, l’innamoramento e l’indagine scientifica. In questa nuova dimensione tutto è possibile: salire sulla Via Lattea, perdersi nel deserto e anche capire qualcosa di più della geometria non euclidea e della relatività generale.

Si tratta di opere teatrali rappresentate a Torino dal 2002 al 2004 e inserite in un articolato progetto scientifico in atto nella regione Piemonte, che speriamo continui.

 

Maria Rosa Menzio

Spazio, tempo, numeri e stelle

Bollati Boringhieri, 2005, pagg. 214,  €. 14