In attesa dell’inizio dei corsi, previsto per gennaio, abbiamo dato il via ai nostri giovedì in biblioteca già dal 22 settembre scorso. Come interesse primario – e in linea con quanto suggerisce la Lud – ci occupiamo di ciò che succede intorno a noi ( e come non farlo?): nel sociale, nel politico e nella cronaca italiana e internazionale, sempre foriera di grandi dibattiti che si alternano al nostro proprio vissuto e all’analisi di giornali, libri e scritti vari. Ci ha colpito, ad esempio, un articolo dalla Repubblica, sul rapporto nell’ottocento tra donne e loro medici, talvolta diventati inevitabili difensori e alleati delle loro pazienti, vivendo così da vicino la difficile condizione femminile, non solo riguardo alla salute del corpo. Stessa alleanza è spuntata in Francia ai giorni nostri, grazie all’istituzione di un centro di “ maternologia” in cui neo-mamme che non avvertono segni interiori d’istinto materno, sono accolte, tranquillizzate, invitate a confessare e a condividere la terribile colpa prima di procedere ad infanticidi, suicidi o cose simili. Un dovuto ricordo è stato dedicato all’amico Camerani di Cernusco, ex deportato a Mauthausen, scomparso quest’estate. Da decenni accompagnava i nostri giovani “in pellegrinaggio” – come diceva lui – sui luoghi della sua tragica esperienza, rivivendola per loro perché sapessero, perché continuassero a testimoniarla dopo di lui, perché si formassero una coscienza vigile, attenta cioè a che non succeda mai più. Infine, sulla falsa riga di “Alle falde del Kilimangiaro”, le amiche che si sono avvantaggiate di vacanze particolarmente esotiche, in terre lontane sotto tutti i punti di vista, ci intrattengono con i loro resoconti, emozioni, ricordi di viaggio. Piacevole abitudine che conserveremo anche per il futuro. Il ritrovarsi dopo la pausa estiva è stato per tutte noi un appuntamento che è al tempo stesso un’aspettativa ed una certezza. Hanna
Arendt - L’apertura dell’esserci all’esserci degli altri C’è una frase di Hanna Arendt, in un’intervista alla televisione della Repubblica federale tedesca del 28 ott. 1964 con Gunter Gaus, che potrebbe farci riflettere: “fin tanto che le cose stanno così per le donne non c’è posto nella filosofia, ma non è detto che le cose rimarranno sempre così”, “è perfettamente possibile che un giorno vi sia una donna filosofo…” Hanna Arendt ha studiato filosofia, ha la passione del pensare (che è la filosofia), ma non per trasmettere verità organizzate nelle discipline filosofiche, piuttosto come articolazione plurale delle facoltà umane, per passione verso il mondo. La sua è una filosofia della presenza per la quale il pensiero rispecchia la grandezza e la durezza dei rapporti umani. Ha sempre dichiarato di occuparsi di teoria politica, come scena di libertà, orizzonte di possibilità che si realizza nel mondo. Possiamo, credo, dire che la sua concezione iper-politica dell’esistenza parta dalla consapevolezza di una crisi radicale del presente, e intendendo interpretare il mondo si ponga ai suoi limiti (non al centro), nel luogo dell’apertura dell’esserci all’esserci degli altri.
Letture
di preparazione al corso Gli
integralismi e la fuga dal mondo
Sguardi
sulle donne di scienza
Mileva Maric e Albert Einstein Le donne
e la scienza sembrano procedere su cammini distanti: le scienziate
insignite del premio Nobel sono solo undici in più di un secolo;
il numero di donne cui vengono affidati ruoli di rilievo nella ricerca
e nelle istituzioni è ancora molto esiguo, malgrado da anni
gli istituti scientifici delle università registrino una massiccia
presenza femminile. Come spiegare questo paradosso? Le donne non
amano la scienza? La scienza non si adatta alle donne?
Il gruppo si riunisce il giovedì, dalle 9,30 alle 12 presso la Biblioteca civica di Cernusco sul Naviglio. 18-10-05 |