Lo snodo dell'origine

a cura di Donatella Bassanesi


Sophie Calle

 

Il volume raccoglie il testo delle lezioni aperte che sono state tenute presso la Libera Università delle Donne nel 2006/2007
Sedici saggi mostrano percorsi nel pensiero delle donne, tra politica, letteratura, mito, filosofia, storia, scienza.

Commento
del gruppo di via Ricordi

Grazie a Donatella Bassanesi per il tenace impegno organizzativo..
Grazie al suo tentativo, nel rispetto delle diverse competenze, di comporre un’aggregazione fra le docenti della LUD e fra i vari gruppi di ricerca che compongono l’associazione.
Grazie per il taglio critico problematico aperto non dogmatico dell’impostazione.
Siamo certe che anche il ciclo d’incontri in atto sarà interessante e coinvolgente e ricco di punti di riflessione.

29 gennaio 2008

Lettura
di Ilaria dello Strologo

E' uscito, a cura delle edizioni LUD, il volume che raccoglie le "lezioni aperte" tenute in sede nell'anno 2006/2007, pensate e tenacemente organizzate da Donatella Bassanesi.
Volutamente sconvolgente e imprevisto fin dalla copertina e dal titolo.
La copertina ci viene spiegata a pag. 146 nella lezione tenuta da Valeria Fieramonte che riporta il disegno: sono tre amebe che ne divorano un'altra che diventerà così parte di un altro organismo.
Perché Donatella ha scelto questa immagine?
Lo dice lei stessa nella prefazione sostenendo che l'origine si articola nelle questioni che legano la propria immagine alla figura dell'alterità: l'ameba che viene divorata darà origine a un altro organismo; è un imprevisto che produce rottura però costituisce anche punto di inizio, origine.
Per arrivare a questo sono necessari cambiamenti, passaggi che portano allo "snodo dell'origine" attraverso ricerche e pensieri a loro volta originati da domande in continuo procedere di domande alle domande, senza voler dare una certezza di senso.
E allora possiamo capire che tutto ha un senso o meglio, tanti sensi, perché noi siamo in movimento e spostandoci con i nostri pensieri ci portiamo altrove e cambiando l'angolo della visuale cambia ciò che vediamo.
Ecco, prendendo ciascuna lezione come uno spostamento di angolo d di visuale, abbiamo visto cose diverse, siamo state cioè messe in condizione di analizzare ambiti diversi con pensieri diversi. Scienza, letteratura, biologia, psicologia, filosofia, poltica e altro.
Penso che questo abbia reso possibile un nostro spostamento e una nostra personale interpretazione dello snodo dell'origine e penso anche che riflettendo sul volume, anche chi non ha partecipato a tutte le lezioni abbia la possibilità di fare questo percorso.

28 febbraio 2008

 

QUESTIONI aperte

“Una democrazia soffocata nelle spire di gruppi oligarchici maschili a forte connotazione patriarcale e omofobica, può essere salvata?” (Maria Grazia Campari);

“E’ avvenuta una convergenza tra la presenza di donne del Sud nelle lotte di liberazione anticoloniali e il diffondersi del femminismo (dal Nord)”, “elaborazioni che possono servire alle nuove generazioni e alla formazione di nuova leadership”, “uscire dalle secche del puro gender”, “rinforzare il legame tra studiose ed attiviste” (Paola Melchiori);


“La descrizione della situazione del movimento delle donne del Quebec” (Jacinthe Michaud);


“La sofferenza più difficile da arginare è quella che viene dalle istituzioni sociali, che regolano le reciproche relazioni degli uomini nella famiglia, nello Stato e nella società. (…) È la civiltà dunque che va interrogata in ciò che la fa apparire così nemica della felicità” (Lea Melandri);

“L’interiore cavità, l’apparente vuoto che in realtà moltiplica voci e presenze, cupo e pur lucido luogo di vetro - si scopre - custodisce un’invisibile alterità” (Barbara Mapelli);

“Considerare principi dinamici di esperienza e conoscenza l’eccentricità dello sguardo e la dimensione di marginalità che fino agli anni del femminismo era ritenuta dalle donne penosa e paralizzante” (Adriana Perrotta Rabissi);

“Una lettura mirata a cogliere la specificità della loro scrittura cioè quello che solo le donne in quanto tali sanno esprimere e che non è di tutte le scrittrici” (Enrica Tunesi);

“L’esistenza di una civiltà pacifica e matrifocale, dove il corpo della donna era metafora di vita e fonte di ogni rappresentazione, e insieme il suo capovolgimento e/o cancellazione” (Luciana Percovich);

“Proiezioni di vari aspetti del femminile e delle attese e paure” (Vittoria Longoni);

“Il problema dell’origine (e del cominciamento) è il passaggio alla infinita pluralità delle nascite, riguarda spazio e tempo, il luogo dove qualcosa si origina, sta nella questione della libertà che è liberazione, verso un percorso che è politico, implica la relazione tra l’uno e l’altro” (Donatella Bassanesi);


“Vedere i nodi problematici del rapporto tra donne e istituzioni, tra donne e potere” (Liliana Moro);

“Che le donne mantengano uno sguardo critico sulla ricerca e la interroghino senza soggezione, tenendo insieme razionalità ed emozione” (Sara Sesti);

“La politica continua a non avere parole per avvenimenti ai margini della storia e ricorre al potere della religione come della scienza per imporre regole e limiti alle scelte individuali, incurante della complessità della vita reale” (Maddalena Gasparini);

“‘L’utero è mio e lo gestisco Io’: quest’affermazione, così forte, già allora era sostenuta da, inconsapevolmente, deboli pilastri (…) di come l’immaginario maschile svela l’inconscio obiettivo di: comprendere e dominare il processo della nascita di un essere umano” (Agnese Seranis);

“Inteso come svelamento, lo sguardo femminista consegna alle giovani generazioni (donne e uomini) un potere sempre meno scontato in un mondo di opzioni predefinite per default dal mercato globale delle identità e dei modi di essere” (Eleonora Cirant);

“La vera evoluzione della vita sulla terra è avvenuta molto più per associazione e assimilazione che per contrasto e combattimento” (Valeria Fieramonte).


Il libro può essere acquistato presso l'Università delle Donne di Milano

oppure ordinato scrivendo a universitadelledonne@tin.it
 


Lezioni aperte

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