Marie Sklodowska-Curie
(1867-1934)

di Liliana Moro e Sara Sesti

 

Fisica e radiochimica, è una delle più importanti e conosciute scienziate del XX secolo. E' stata la prima donna a essere insignita del Premio Nobel e l'unica a riceverne due, per la fisica e per la chimica, in anni successivi. Grazie alle sue ricerche è stato possibile scoprire un gran numero di elementi nuovi, studiare la radioattività e la struttura dell'atomo.

Maria Salomee Sklodowska nacque a Varsavia, in una Polonia che faceva parte dell'Impero Russo. Entrambi i genitori erano insegnanti e Marie crebbe, insieme ai suoi quattro fratelli, in un'atmosfera in cui l'istruzione veniva considerata un fatto naturale. Aveva molta facilità negli studi e terminò il liceo come migliore allieva. Per permettere a sua sorella di studiare medicina a Parigi, poichè in Polonia le donne non avevano alcuna possibilità di frequentare l'università, Maria lavorò sei anni come istitutrice privata. A 24 anni si trasferì anche lei a Parigi (dove prese il nome di Marie) e si iscrisse alla Facoltà di scienze naturali della Sorbona. Viveva in grande povertà, concentrandosi esclusivamente sullo studio. Nel 1893 conseguì la licence in fisica (l'equivalente dell'odierna laurea), risultando la miglior studentessa del suo corso, e nell'anno successivo ottenne la laurea in matematica classificandosi seconda. Nel 1896 sostenne l'esame di stato in matematica e in fisica.
Tra alti e bassi, nel 1895 aveva sposato il fisico francese Pierre Curie, uno scienziato già molto affermato.
Alla base di questa unione c'era il grande rispetto che il marito aveva del lavoro scientifico di Marie e un progetto di ricerca comune molto proficuo e soprattutto una comune visione della scienza come ideale. Nel l897 nacque Irène, la prima figlia.
Con le ricerche per il dottorato Marie Curie iniziò ad avventurarsi nel campo che sarebbe poi stato decisivo per la sua vita. Si occupò infatti della radiazione naturale dell'uranio scoperta dal fisico Henri Becquerel (1852-1908), un fenomeno praticamente inesplorato e che su suggerimento di Marie Curie venne successivamente battezzato con il nome di "radioattività".
Nel 1898 Marie e Pierre Curie scoprirono due nuovi elementi radioattivi, che chiamarono polonio e radio. Marie sviluppò un procedimento per l'isolamento del radio e in quattro anni di duro lavoro, che svolse in un atelier annesso al laboratorio di fisica della Sorbona aiutata da alcuni giovani assistenti, ragazzi e ragazze, ottenne alcuni milligrammi di radio da 6 quintali di pechblenda, il minerale in cui si trova allo stato naturale. I Curie rifiutarono di brevettare questo procedimento, nonostante sarebbe valso loro un patrimonio e avrebbe significato la fine delle loro condizioni di ricerca disastrose, ritenendo che i risultati della scienza dovevano essere a disposizione di tutti.
Nel 1903 Marie terminò il suo dottorato e nello stesso anno i coniugi ottennero, insieme a Henri Becquerel, il Premio Nobel per la fisica, per la scoperta e l'analisi della radioattività naturale. A Pierre fu offerta la cattedra di fisica alla Sorbona, mentre Marie venne nominata direttrice di laboratorio e divenne sua assistente.
Nel 1905 nacque la seconda figlia Eva-Denise che sarà poi la biografa della madre.
L'anno successivo Pierre Curie morì prematuramente in un incidente, travolto da un carro trainato da cavalli. Marie assunse allora la cattedra del marito in qualità di professore incaricato, ma il titolo di professore ordinario le venne riconosciuto solo due anni più tardi.
Fu così la prima donna ad ottenere un tale incarico alla Sorbona.
Dopo la morte del marito, Marie ebbe una relazione che durò qualche anno con il fisico francese Paul Langevin, un collega più giovane, coniugato e con prole. Quel legame divenne di pubblico dominio grazie alla stampa, fece scandalo e per poco non costò alla scienziata l'assegnazione del secondo premio Nobel. Nel 1911 infatti Marie Curie fu insignita del prestigioso premio, questa volta per la chimica, quale riconoscimento per l'isolamento del radio e del polonio. In suo onore venne definita "Curie" l'unità di misura che rappresenta l'attività di un grammo di radio al secondo, successivamente sostituita con l'unità "Becquerel".
Nonostante le sue imprese scientifiche pionieristiche, i numerosi riconoscimenti e la fama mondiale, Marie Curie non venne mai ammessa all'Académie Française des Sciences, poiché i suoi membri non accettavano ancora che una donna facesse parte del loro gruppo. Marie era comunque riuscita, dopo lunghe e dure trattative, a costituire un laboratorio di ricerca presso la Sorbona, l'Istituto Radiologico, dove assunse la direzione della sezione di fisica.
Nel 1914, dopo l'inizio della prima guerra mondiale, fondò e organizzò il servizio di radiologia per il fronte, istruendo a questo scopo un centinaio di infermieri nella tecnica radiologica. Aveva installato una apparecchiatura a raggi X su una piccola vettura (la Petite Curie) e con questa girava per i campi di battaglia della Marna, insieme alla figlia Iréne, facendo radiografie ai feriti. Dopo la guerra proseguì le sue ricerche all'Istituto Radiologico e partecipò a numerose missioni scientifiche all'estero.
La salute di Marie Curie risentì molto del lavoro che l'aveva esposta per lunghi anni alle sostanze radioattive; morì a 67 anni di leucemia mentre preparava il suo ultimo esperimento con l'attinio. Da pochi anni la sua salma è stata trasportata, per volere dell'allora presidente della repubblica francese François Mitterand, al Pantheon di Parigi: prima donna accolta in un luogo riservato ai grandi di Francia.

La biografia è tratta da: Sara Sesti e Liliana Moro, "Scienziate nel tempo. 100 biografie" Ledizioni 2018

 

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