I seminario - sabato 24 ottobre 2009
ore 14.30-18.30 Questo seminario porterà avanti la ricerca del gruppo ‘donne e politica’ che si vede da più di un anno e che negli ultimi incontri ha deciso di focalizzare l'attenzione sui legami sempre più stretti tra famiglia – lavoro – ambiente - rapporto tra culture diverse, il che, detto altrimenti potrebbe anche essere formulato come la necessità di esplicitare i nessi tra sessismo, organizzazione capitalistica del lavoro, xenofobia, modello di sviluppo, devastazione ambientale e così via. E' un quadro ampio e complesso di problemi, che oggi si tengono insieme, sia perché sono caduti i confini tra sfera privata e sfera pubblica, tra persona e società, sessualità e economia/politica, sia perché siamo di fronte a un cambiamento significativo della presenza femminile nello spazio pubblico. Si è pensato che potrebbe essere proprio la 'femminilizzazione' (in modi tradizionali, tipo i servizi, o nuovi come la femminilizzazione del lavoro, dei movimenti e dell'azione sociale, ecc.) a fare da filo conduttore nel rintracciare i legami tra casa e pòlis, lavoro di cura e lavoro extradomestico, insignificanza del pensiero femminile e valorizzazione delle donne come 'risorsa' di un sistema costruito in loro assenza. In particolare, nell'ultimo incontro, si è rilevata una evidente contraddizione nel fatto che a questa più estesa presenza non corrisponde una maggiore e più estesa conflittualità tra i sessi. Anzi, diciamo pure che questo ingresso nello spazio pubblico non sembra accompagnato dalla consapevolezza di quanto esso sia segnato dal dominio storico dell'uomo, di quali adattamenti e ostacoli comporti per chi il sesso che ne è stato escluso da secoli.
II seminario - 30 gennaio 2010 ore 14.30-18.30 CORPI E LAVORO Facendo seguito al seminario dello scorso anno, corpi e lavoro, per questa stagione ci proponiamo una riflessione sulla questione della mancanza di misura (dismisura), in termini salariali e in termini di tempo, del lavoro contemporaneo, su modello del lavoro di cura. In particolare, intendiamo affrontare il tema del “bilancio di genere”, a partire dalla ricchezza prodotta dalle donne e non retribuita, per mettere a tema la questione del valore, ritenendo il lavoro di riproduzione elemento prototipico del presente in quanto non direttamente immerso nella dimensione capitalistica dello scambio monetario, ovvero fuori dalla dimensione convenzionale del valore, dentro un contesto compiutamente biopolitico. Si riprende, con ciò, il concetto dell’ingresso conclamato in un’economia del lavoro a domicilio, che si va estendendo, così come si va sempre più diffondendo l’idea che il lavoro possa essere gratuito (basti pensare al meccanismo degli stage o alle retribuzioni “simboliche” dei giornali e dell’università, nella moda, nello spettacolo). Ciò si traduce, in concreto, nella possibilità di essere usati come forza lavoro di riserva, più servi che lavoratori, soggetti a tempi di lavoro pagati e non pagati che ignorano l’orario pattuito, come è esperienza storica del lavoro di cura delle donne. Ciò implica un processo di dequalificazione su larga scala. Tale analisi comporta, evidentemente, un focus sugli strumenti a disposizione per immaginare una soluzione a tale deriva, con particolare riferimento al reddito di esistenza (bioreddito).
III seminario - 26 FEBBRAIO 2010 ore 18 Fin dalle prime relazioni di cura, siamo/siamo stati immersi in una cultura che tende, seppur con sensibili variazioni storiche, a proporci una dicotomia corpo/mente, segnata dal genere, che assegna ruoli, compiti e funzioni. L’incontro prevede due brevi relazioni iniziali che propongono le storie dell’educazione dei corpi femminili e maschili in particolari contesti, epoche e civiltà; in seguito un’attività laboratoriale che ricostruisca, attraverso la collaborazione e le esperienze biografiche di tutte le/i presenti, situazioni di scoperta, apprendimento, pratiche e lavori educativi con il corpo.
IL LAVORO DOMESTICO E DI CURA NON PAGATO, Conduce: Antonella Picchio Introduzione
La legge del mercato capitalistico ci propone la reificazione sempre più selvaggia dei corpi, la loro riduzione a merce, la loro assoluta spendibilità. Hannah Arendt ha scritto: «Il soggetto ideale del regno totalitario non è il nazista convinto... ma l’uomo per il quale la distinzione tra fatto e fiction e tra vero e falso non esiste più». E ancora: «Una delle principali caratteristiche delle masse moderne è che non credono più a niente di visibile, alla realtà della loro stessa esperienza; esse non si fidano più né dei loro occhi né delle loro orecchie». A partire dall’analisi di alcuni materiali iconografici (come ci rappresentano e come ci rappresentiamo a noi stesse), e tenendo come pensiero guida le osservazioni di Arendt, proveremo a distinguere tra corpi ‘reali’ e percezione/esperienza che ne abbiamo, corpi ‘reificati’ e corpi ‘irreali’. Poiché viviamo in regime di corti circuiti continui, si tratterà di capire come i ‘racconti’ cui viene piegato il corpo agiscano sulla nostra conoscenza di noi e sulla nostra capacità di elaborare narrazioni diverse.
Gli incontri si terranno con cadenza mensile nella sede della Associazione I seminari sono gratuiti e aperti a tutti
2-12-2009
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